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Russia, rapper Walkie si suicida per non andare in guerra in Ucraina: "Non sono pronto a uccidere"

Il 27enne aveva registrato un videomessaggio su Telegram in cui diceva di non voler usare le armi per nessun ideale

Russia, rapper Walkie si suicida per non andare in guerra in Ucraina: "Non sono pronto a uccidere" - foto 1
Ansa

Il rapper russo Ivan Petunin, noto come Walkie, si è suicidato nella città meridionale di Krasnodar per evitare di andare a combattere in guerra in Ucraina.

La notizia, riportata da diversi media anche statunitensi, ha provocato grande scalpore nel Paese. Il corpo del 27enne è stato ritrovato vicino a un edificio alto su Congressnaya Street dopo che il giovane aveva registrato un videomessaggio, pubblicato sul suo account Telegram, in cui diceva che non voleva uccidere per nessun ideale.

 

Era sottoposto a cure neuropsicologiche - A causa di problemi di salute, visto che si stava sottoponendo a cure neuropsicologiche, Petunin aveva ricevuto un esonero provvisorio dal servizio militare. Ma era sicuro, evidentemente, di esser richiamato alle armi.

 

Il videomessaggio - "Non sono pronto a uccidere", ha detto in un video postato sui social prima di morire e diventato virale in tutto il mondo. Petunin, 27 anni, detto Walkie, era nato nel 1995 e aveva pubblicato il suo album Mental nel 2018. Nel video in cui annunciava il peggio diceva: "Se stai guardando questo video non sono più vivo, non posso prendere il peccato dell'omicidio sulla mia anima e non voglio".

 

I russi in fuga - Walkie si è dunque aggiunto alle centinaia di migliaia di persone che in questi giorni cercano di uscire dalla Russia per evitare di essere spedite in Ucraina con un fucile in mano. "Ho scelto di rimanere per sempre nella storia come un uomo che non ha sostenuto quello che è successo", continua il videomessaggio del rapper.

 

Proteste in Russia, oltre mille arresti

Almeno 1.026 persone sono state arrestate in Russia durante le proteste contro la parziale mobilitazione per l'offensiva in Ucraina, annunciata dal presidente Vladimir Putin. Secondo l'ong Ovd-Info, le manifestazioni sono avvenute in almeno 38 città.

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