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Obama a Selma per il 50.mo anniversario del bloody sunday: "Razzismo non è finito"

Il presidente americano nella città simbolo per la lotta sui diritti per la gente di colore. E nella stessa occasione parla di gay: "Sono loro la nuova frontiera dei diritti civili"

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Il lavoro avviato dagli uomini e le donne di Selma non è completo, la marcia non è finita, è un errore comune suggerire che il razzismo è stato allontanato: "Basta aprire gli occhi per sapere che la storia razziale del Paese getta ancora un'ombra su di noi". Lo afferma il presidente Barack Obama a Selma in occasione del 50mo anniversario del "Bloody Sunday". Nella stessa occasione il presidente parla anche di diritti civili e gay.

Obama a Selma per il 50.mo anniversario del bloody sunday: "Razzismo non è finito"

Per Barack Obama quello dei gay è la nuova frontiera dei diritti civili. "Siamo i gay americani il cui sangue scorre sulle strade di San Francisco e di New York, così come è scorso su questo ponte" dice riferendosi al ponte Edmund Pettus, teatro degli scontri del 1965. Nelle ultime ore il Dipartimento di Giustizia ha presentato alla Corte Suprema le proprie argomentazioni sulle nozze gay, definendo il divieto "incostituzionale".

"Dobbiamo riconoscere che il cambiamento dipende da noi, dalle nostre azioni, da quello che insegniamo ai nostri figli. Con questo sforzo possiamo assicurarci che il nostro sistema giudiziario funzioni per tutti, non per alcuni". Dice ancora il presidente americano. "Ci sono posti in America dove il destino di questo Paese è stato deciso, Selma è uno di questi".

Obama ha aperto il suo intervento ringraziando John Lewis, il parlamentare americano che ha partecipato 50 anni fa alla marcia di Selma. "E' uno dei miei eroi", ha detto il presidente Usa. Lewis, introducendo Obama, ha messo in evidenza che, se allora gli avessero detto che un giorno ci sarebbe stato un presidente afroamericano e sarebbe stato lui a introdurlo a Selma, avrebbe pensato di parlare con un matto. "Se Selma ci insegna qualcosa è che il nostro lavoro non è mai finito", sostiene Obama. "Cosa c'è di più americano di quello che è accaduto in questo posto? Chi allora ha marciato aveva un'enorme fede in Dio e nell'America".