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Marò, da India spiraglio di speranza per il rientro di Girone

Ma New Delhi chiede la giurisdizione del caso e garanzie dal governo italiano di un ritorno del fuciliere per il processo

Trapela uno spiraglio di luce per il marò Salvatore Girone, da quattro anni in libertà vigilata a New Delhi.

Al termine di due giorni di duri botta e risposta nelle udienze davanti al Tribunale arbitrale de L'Aja, infatti, l'agente del governo indiano Neeru Chadha ha fatto sapere che si potrebbe pensare a un rientro in Italia, ma solo se Roma darà garanzie sul ritorno del fuciliere a New Delhi nel caso in cui la giurisdizione venga riconosciuta all'India.

Nella sessione della mattina di giovedì, anche l'avvocato del collegio di difesa italiano, il britannico Sir Daniel Bethlehem, si era rivolto ai giudici chiedendo: "Questo Tribunale considera affidabile, di fatto e di diritto, l'impegno dell'Italia a restituire Girone all'India, se questo fosse richiesto dal Tribunale stesso?". "Se sì - aveva concluso - le misure provvisorie che l'Italia richiede sono sia appropriate sia necessarie".

Resta da capire quale tipo di garanzie i giudici potrebbero decidere di inserire nella loro sentenza, attesa non prima di un mese. Mercoledì sempre Bethlehem aveva invitato il Tribunale a valutare la possibilità di "imporre condizioni" al rientro di Girone, come il ritiro del suo passaporto o il divieto di andare all'estero senza un preciso permesso. Ma ora ogni decisione e' nelle mani del collegio arbitrale.

Nel frattempo Massimiliano Latorre, l'altro fuciliere accusato di aver ucciso due pescatori indiani scambiandoli per pirati il 15 febbraio 2012 al largo del Kerala, attende in convalescenza a Taranto l'udienza della Corte Suprema indiana sul permesso, concessogli dopo un ictus, in scadenza il prossimo 30 aprile.