Lasciate le pentole, i manifestanti prendono le scope: dopo due settimane di proteste ripulite le strade di Quito
Ottenuto un accordo con il governo, anche se a caro prezzo per il numero delle vittime, gli indios dellʼEcuador, in piazza contro le misure di austerità, contribuiscono al ritorno alla normalità, togliendo i rifiuti
Ecuador, dopo due settimane di proteste i manifestanti ripuliscono le strade
Sette morti, oltre 700 arrestati e più di 1.000 feriti.
Gronda sangue il bilancio di due settimane di proteste in Ecuardor contro le misure di austerità proposte dal governo di Moreno, ma si cerca di tornare alla normalità alla svelta, a Quito e nelle altre città messe a ferro e fuoco dagli indios. Proprio loro, i manifestanti, lasciate le pentole simbolo della piazza, hanno preso le scope per ripulire le strade dai rifiuti. Così al grido di "minga", termine indios che indica l'invito a un progetto di lavoro congiunto, rimosse già tonnellate di pneumatici bruciati, mattoni, sassi.
Con gli indios, in strada a pulire, si sono aggiunti anche poliziotti e attivisti, come riferisce Tcgnews.it. Così nella capitale e negli altri teatri di protesta, si possono vedere file di persone che raccolgono materiale edile, per esempio, e che, come in una catena di montaggio, con l'aiuto di camion, liberano velocemente intere aree ricoperte dai detriti delle manifestazioni e degli scontri.
Ripulire le città era un punto dell'accordo siglato dal movimento anti-austerità con il governo dell'Ecuador. Quel patto, che ha portato all'abrogazione del decreto 883 che annunciava misure economiche restrittive, ha messo fine alla crisi, una delle più lunge degli ultimi tempi, che ha paralizzato il Paese per circa due settimane.
A poco a poco, si torna, dunque, alla normalità. Via, così, da Parque Arbolito e dal Centro culturale di Quito pneumatici bruciati, alberi abbattuti, cartoni, mattoni e gli altri oggetti che testimoniano l'asprezza delle ultime tragiche giornate.
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