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Egitto, i militari vietano cortei

"Sgomberare piazza Tahrir o arresti"

L'Egitto in mano ai militari, dopo l'addio di Mubarak.

Decine di manifestanti egiziani in piazza Tahrir sono stati circondati dalla polizia militare e dai soldati che hanno intimato loro di andarsene se non vogliono essere arrestati. "Abbiamo mezz'ora di tempo, siamo circondati dalla polizia. Non sappiamo cosa fare. Ne stiamo parlando", ha detto uno di loro. "Ci hanno detto che abbiamo un'ora per lasciare la piazza o saremo arrestati".

A tre giorni dalla caduta del regime di Hosni Mubarak, al Cairo soldati e agenti della polizia militare hanno fatto irruzione sulla centralissima piazza Tahrir, epicentro delle proteste di massa per diciotto giorni consecutivi.

Vietati gli scioperi
Il Consiglio Supremo di Difesa ha inanto proibito qualsiasi assembramento sindacale, vietando di fatto gli scioperi. Non solo. E' stato emesso un avviso che annuncia  misure punitive contro chiunque creerà  "caos e disordini". I militari avevano affermato di voler riconoscere e difendere il diritto a manifestare del popolo, ma pare non sia più così.

Cyber-attivisti incontrano l'esercito
Un gruppo di cyber-attivisti egiziani, tra i protagonisti delle contestazioni che hanno portato alla caduta del regime di Hosni Mubarak, ha dichiarato di aver incontrato rappresentanti dell'esercito, ora alla guida dell'Egitto, per discutere di riforme democratiche. "Abbiamo incontrato l'esercito per comprendere il loro punto di vista ed esprimere il nostro", ha raccontato il cyber-attvista Wael Ghonim, diventato voce e volto della protesta in Egitto, in un comunicato intitolato "appuntamento con il consiglio supremo delle forze armate" pubblicato su un sito pro-democrazia insieme con il blogger Amr Salam.

Ghonim, 30enne, sposato e padre di due figli, vive a lavora a Dubai come responsabile marketing di Google per il Medio Oriente. Teneva da tempo una pagina su Facebook contro le torture praticate dalla polizia egiziana. Quando il 25 gennaio sono cominciate le manifestazioni, è rientrato in patria per parteciparvi, ma il 27 è stato arrestato. E' stato tenuto in cella per 12 giorni, bendato e interrogato. Rilasciato il 7 febbraio, è diventato un mito per i manifestanti dopo una commovente intervista alla tv privata Dream Tv, nella quale è anche scoppiato a piangere. L'8 si è recato in piazza Tahrir ed è stato accolto come un eroe.