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Cesare Battisti: non sono un mostro

"Lula coraggioso a non estradarmi"

L'ex militante dei Proletari armati per il comunismo Cesare Battisti, per la prima volta dopo il no all'estradizione, ha confessato alla stampa brasiliana la sua reazione alla decisione dell'ex presidente Lula. In un'intervista al settimanale "Brasil de Fato", Battisti ha detto che Lula è stato "molto coraggioso" a negare l'estradizione."E' stato fabbricato un mostro - aggiunge - che non ha nulla a che vedere con me"

Battisti ha sottolineato che il suo caso è ora usato come moneta di scambio di politica internazionale e strumentalizzato per attaccare il governo federale. "Se Lula avesse preso questa decisione prima di andarsene, gli avrebbero dato addosso perché sconfiggere me equivale a sconfiggere Lula. Ora l'obiettivo principale della destra brasiliana, in questo caso, è colpire il governo di Dilma", ha detto. "E' stato fabbricato un mostro che non ha nulla a che vedere con me", ha aggiunto.

"Mi perseguitano - insiste - perché sono uno scrittore, ho un'immagine pubblica. Se non fosse così, sarei uno qualunque, come tanti italiani che hanno lasciato il Paese per lo stesso motivo. Sono un perseguitato dalla Stato italiano e dalla giustizia brasiliana. Una persecuzione che non è indipendente".

Battisti, che è in carcere in Brasile dal marzo 2007 ed è stato condannato in Italia all'ergastolo per quattro omicidi, fu processato nel 2009 dalla Corte Suprema (Tsf, Supremo Tribunale Federale), che autorizzò l'estradizione precisando però che l'ultima parola spettava al presidente. Così, nell'ultimo giorno di mandato, l'ex presidente Luiz Inacio Lula da Silva decise di concedere lo status di rifugiato politico in Brasile a Battisti, facendo leva su un parere in tal senso dell'avvocatura generale dello stato