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Tunisia, giura governo transizione

Assenti 4 ministri, tre dimissionari

Ha giurato il nuovo governo di transizione in Tunisia.

La nuova coalizione ora dovrà portare il Paese alle urne, entro 60 giorni dalla deposizione del presidente Ben Ali. Alla cerimonia non hanno preso parte quattro ministri: i tre dimissionari, di cui uno dell'opposizione, e Mustapha ben Jaafar, leader del partito dell'Unione della libertà e del lavoro.

Mentre le strade di Tunisi e di altre città del Paese sono ancora teatro di proteste e scontri, insomma, il nuovo governo perde già i pezzi. Sotto accusa le scelte del nuovo premier di dare comunque spazio a diversi esponenti dell'Rcd, il partito del destituito presidente Ben Ali: il principale sindacato del paese, l'Unione per il Lavoro (Uggt), che contava tre uomini nel nuovo esecutivo, ha ritirato i suoi tre ministri. E ben Jaafar, neo ministro della Salute, capo del Forum del Lavoro e Libertà, sarebbe mancato al giuramento perché impegnato a scrivere la lettera di dimissioni. Secondo fonti vicine all'Esecutivo, anche Taieb Baccouch, ministro dell'Educazione, sarebbe vicino alle dimissioni dal governo.

Quelle dei tre sindacalisti dal governo sono "vere dimissioni", e potrebbero essercene state anche altre, "fino a sette". Lo ha detto Monsof Ezzahid, dirigente del sindacato Ugtt.

E mentre il governo giurava, la polizia stava disperdendo nel centro di Tunisi un corteo con molti esponenti dei sindacati e con alla sua testa un personaggio di spicco del movimento islamista Ennahdha, messo al bando dal vecchio regime: Sadok Chourou, 63 anni, scarcerato a ottobre dopo 20 anni. Mentre andava in scena la manifestazione, Ennahdha annunciava il boicottaggio delle prossime elezioni presidenziali.

Migliaia di manifestanti si sono riversati per le strade di Tunisi e di altre città del paese ( prima delle dimissioni dei tre ministri) per protestare contro la presenza nel governo ad interim di esponenti del partito dell'ex presidente, e in più di una occasione la polizia ha disperso i manifestanti con lanci di lacrimogeni.

Ghannouchi intanto ha respinto le critiche al suo nuovo governo. Ha affermato che i ministri "hanno le mani pulite" e hanno "sempre agito nell'interesse del Paese". Ha promesso che "tutti coloro" che hanno avuto un ruolo nella repressione della protesta popolare "ne risponderanno davanti alla giustizia".

Sorella di Ben Ali muore d'infarto
Naima Ben Ali, una delle sorelle dell'ex presidente Zine El Abidine, è morta per un attacco cardiaco nella sua casa di Sousse. Lo ha annunciato la televisione di stato.

L'Onu chiede consultazioni allargate
Il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, lancia un appello ai leader politici della Tunisia, chiedendo loro di aprire "consultazioni allargate" per stabilire "un governo ad interim " che porti ad elezioni "tempestive". Lo si legge in una nota del Palazzo di Vetro. Se necessario, le Nazioni Unite "sono pronte a dare assistenza al popolo tunisino", si legge. Il segretario generale "ribadisce la sua preoccupazione per le sempre maggiori violenze".