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Tunisia ancora nel caos

Altre vittime in scontri con la polizia

Situazione ancora nel caos in Tunisa dove diverse persone sono state uccise dai miliziani e dalla polizia. Ucciso a coltellate a Tunisi un nipote del presidente.

Morto d'infarto l'ex portavoce di Ben Ali alla notizia della sua fuga. In fin di vita Lucas Mebrouk Dolega, fotografo francese colpito alla testa da un lacrimogeno. All'aeroporto di Tunisi centinaia di persone in attesa di partire. Ripresi i voli Alitalia.

Dopo la riapertura dello spazio aereo tunisino, il primo velivolo a poter partire è stato proprio un Alitalia carico di italiani. I primi collegamenti, ha confermato un portavoce della compagnia, sono effettuati con Airbus A321 da 200 posti, velivoli con 200 posti e dunque più capienti di quelli normalmente utilizzati sulla rotta, proprio per agevolare il rientro del maggior numero possibile di connazionali.

Anche oppositori nel nuovo governo
Nel nuovo governo di unità nazionale guidato dal primo ministro tunisino uscente, Mohammed Ghannouchi, ci saranno anche i leader dei tre principali partiti di opposizione. Restano invece confermati i titolari di Interno, Ahmed Friaa - nominato una settimana fa - ed Esteri, Kamel Morjane. E' quanto riferiscono fonti vicine ai negoziati del nuovo esecutivo la cui composizione sarà ufficializzata lunedì.

Arrestato il fratello di Ben Ali
Il fratello del deposto presidente tunisino Ben Ali, Kaies Ben Ali, è stato arrestato alla periferia di Tunisi assieme a quattro poliziotti che, cercando di coprire la sua fuga, hanno aperto il fuoco uccidendo quattro persone e ferendone altre 11. Lo ha riferito la Tv di stato.

Cacciatori svedesi scambiati per miliziani
Brutta avventura per un gruppo di cacciatori svedesi venuti in Tunisia per una battuta al cinghiale e scambiati per miliziani armati dopo essere stati fermati ad un posto di blocco e scoperti con i fucili nel bagagliaio dei taxi su cui viaggiavano. Gli svedesi - che hanno tenuto una conferenza stampa nel loro albergo - hanno raccontato che stavano tornando da una settimana di caccia al cinghiale nella zona di Kasserine, con le armi nel bagagliaio dei taxi, e hanno rischiato di lasciarci la pelle, qui a Tunisi, dove sono stati scambiati per quei miliziani che da giorni seminano il terrore nel Paese: picchiati soprattutto dalla folla, raccontano, e fermati dalla polizia per alcune ore, prima che tutto si chiarisse e potessero far ritorno in albergo.    

Italiani rientrati: "Mandate più aerei"
I primi passeggeri giunti a Roma Fiumicino hanno lanciato un appello alle autorità: "Mandate più aerei per riportare a casa gli italiani, che sono ancora tanti e bloccati in aeroporto, dove si fatica persino a camminare e passare: serve un piano di evacuazione più deciso". Poi hanno parlato di una situazione di "caos, sparano, saccheggiano", di "giorni infernali, con Tunisi a ferro e fuoco". "Avevamo paura - hanno aggiunto - e negli ultimi due giorni siamo stati barricati, chi in casa, chi in albergo". Secondo l'anagrafe dei cittadini residenti all'estero, sono circa 3mila gli italiani in Tunisia, a cui vanno aggiunti i turisti e quanti erano nel Paese, nei giorni del caos, per ragioni di studio o di lavoro.
   
Circo ancora bloccato a Sfax
Intanto non si è ancora sbloccata la situazione del circo italiano, fermo con più di un centinaio di persone e una cinquantina di animali a Sfax, 270 chilometri a sud di Tunisi. Dopo che sabato c'è stata un'evasione anche da un carcere locale, l'ambasciatore italiano a Tunisi, Pietro Benassi, aveva chiesto la protezione delle forze dell'ordine locali per i 100 componenti del circo. Dopo che è stato aperto anche lo spazio marittimo, i componenti del circo - tra i quali sei bambini, la più piccola di 3 mesi, il più grande di 11 anni - non vogliono rientrare in aereo e sono in attesa di una nave, per non dover abbandonare in Tunisia attrezzature e animali.

Assaltato palazzo presidenziale
Il palazzo presidenziale di Cartagine, un sobborgo di Tunisi, è stato attaccato da un migliaio di uomini armati. Non si sa se all'interno dell'edificio si trovi il presidente ad interim Foued Mebazaa, che si è insediato dopo la fuga del presidente Ben Ali. Scontri sono in corso fra uomini armati e soldati, affiancati da poliziotti. Gli uomini armati sarebbero ex membri della guardia presidenziale tunisina fedeli a Ben Ali.

Mandato di cattura per Ben Ali
Le autorità tunisine hanno spiccato un mandato di cattura per il deposto presidente, Ben Ali. Lo riferisce la tv satellitare "al-Arabiya". La procura ha invece già iniziato gli interrogatori nei confronti del generale della sua sicurezza personale, il generale Ali Seriati, accusato di aver aperto il fuoco contro dei civili nelle manifestazioni dei giorni scorsi.

Spari da ambulanze davanti ministero
Ancora spari in pieno centro a Tunisi, questa volta provenienti da due ambulanze che avevano raggiunto la sede del ministero dell'Interno sulla centrale avenue Bourghiba. Secondo quanto riferito dai testimoni, due ambulanze sono arrivate vicino al ministero e gli occupanti hanno iniziato a sparare. Le forze dell'ordine che presidiano la zona hanno risposto al fuoco.

Invito a riaprire i negozi di alimetari
I negozi di generi alimentari in Tunisia sono stati invitati a riprendere la normale attività in quanto, scrive l'agenzia di stampa tunisina Tap, "si apprende da fonte bene informata che tutti i prodotti, e particolarmente
quelli di prima necessità, sono disponibili in quantità sufficienti". L'agenzia sottolinea che "le forze di sicurezza e l'esercito vigilano a garanzia dell'operazione di approvvigionamento. Niente giustifica - conclude la nota - la paura e la chiusura degli esercizi commerciali".

Ucciso nipote Ben Ali
Imed Trabelsi, nipote della moglie dell'ex presidente tunisino, Ben Ali, è morto dopo un'aggressione a Tunisi, probabilmente all'arma bianca. L'uomo è deceduto nell'ospedale militare di Tunisi, dove era stato
trasportato. Imed, nipote di Leyla Ben Ali, e il resto del clan Trabelsi, sono considerati dai tunisini il simbolo della corruzione e della ricchezze depredate nel Paese.

Trovate armi miliziani in taxi davanti sede Pdp
Nel pieno centro di Tunisi, proprio di fronte alla sede del Partito democratico progressista (Pdp), è stato trovato un carico di armi di miliziani. Lo ha constatato l'Ansa sul posto. Simpatizzanti del partito sono subito accorsi esultanti per il ritrovamento, che conferma una voce diffusasi nelle ultime ore secondo cui miliziani della sicurezza dell'ex presidente Ben Ali non portavano più armi nascondendole in auto a noleggio ma nei comuni taxi gialli.

Capo sicurezza presidente sarà incriminato
Il capo della sicurezza presidenziale sarà incriminato per incitamento alla violenza e minaccia alla sicurezza nazionale. Lo riferisce la tv di Stato tunisina. ''L'ex capo della sicurezza presidenziale  - è stato
annunciato alla televisione - comparirà davanti ad una corte per aver creato divisioni tra la gente, minacciato la sicurezza nazionale e provocato violenze armate tra i tunisini''. Ali Seriati era capo della sicurezza per il presidente Zine el Abidine Ben Ali ed è agli arresti.

Gheddafi: "Ben Ali è presidente legittimo" 
Da sempre buon amico del deposto presidente Zine El Abidine Ben Ali, il leader libico Muammar Gheddafi haespresso il proprio rammarico per la sua destituzione e, rivolgendosi da Tripoli al popolo tunisino, ha preso le sue difese affermando che il capo dello Stato ''legittimo'' è ancora lui.