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Tunisia, ripresi gli scontri: morti

Saccheggi in diverse città del Paese

A Tunisi sono ripresi gli scontri fra dimostranti e polizia, in seguito ai quali alcune persone sono morte e altre sono rimaste ferite dopo una notte di relativa calma.

Già ripresi dunque i disordini, con gli agenti che sono tornati a sparare sui dimostranti. E mentre nella capitale la tensione torna ad alzarsi, si sono verificati nuovi saccheggi a Biserta, Hammamet e in altre città del Paese.

Secondo alcuni testimoni, due dimostranti sono rimasti uccisi e un giornalista francese sarebbe stato colpito a una gamba e portato dai soccorritori in ospedale. Intanto le forze speciali hanno isolato con cordoni di sicurezza l'area dei disordini, cioè la principale zona commerciale di Tunisi. Nei paraggi sono continuati a risuonare spari e raffiche di armi automatiche, mentre verso il cielo si levavano colonne di fumo, così dense da costringere i passanti a coprirsi naso e bocca per non rimanere asfissiati.

Mentre l'esercito si è ritirato dal centro della capitale, le unità della polizia restano dunque schierate nei punti nevralgici.

I poliziotti hanno aperto il fuoco anche sui dimostranti a Gabes, secondo quanto riferito da testimoni. Anche qui ci sono morti e feriti, diversi dei quali gravi.

C'è tensione intanto anche a Biserta, dove alcune persone hanno saccheggiato un supermercato, portando via generi alimentari sotto lo sguardo dei passanti. Camionette dell'esercito sono arrivate sul posto, ma senza intervenire. E' stato visto un anziano che ha portato via due computer.

I militari sono in vare zone della città e presidiano con il filo spinato alcune aree "sensibili", fra cui le banche.

Lungo la strada fra Tunisi e Biserta è stata vista gente uscire da una fabbrica di birra portando via delle bottiglie di birra. Anche qui l'esercito è schierato ma non è intervenuto. E secondo alcuni testimoni, sempre a Biserta è stato saccheggiato e poi dato alle fiamme un altro supermercato.

Saccheggi a Biserta? "Premeditati"
"Non vogliamo saccheggi, la polizia è andata via perché qualcuno li potesse fare. Noi non vogliamo saccheggi, sono atti premeditati". Sono le parole di alcuni abitanti di Biserta, raccolti nei pressi della sede del sindacato Ugtt, dove si sono verificati dei saccheggi. "Noi vogliamo dignità e libertà - dicono -. Non vogliamo saccheggi, è la polizia che li ha organizzati".

E proprio mentre continuavano i saccheggi nei negozi a Biserta, a poche centinaia di metri si è formato un piccolo corteo di giovani, che sono sfilati scandendo la frase "Non distruggete i negozi, non fate saccheggi".

Saccheggi anche in altri centri
Incidenti e saccheggi sono avvenuti in località sulla costa a Sud di Tunisi, secondo quanto riferiscono testimoni oculari. Ad Hammam Chat stati saccheggiati ed incendiati alcuni esercizi commerciali. Incendiata anche la sala riunioni del Rassemblement Constitutionnel Democratic (Rc), il partito del presidente Ben Ali. Molte strade sono bloccate da massi, per impedire l'accesso delle auto della polizia. A Solimen, sede di numerose industrie, sono stati dati alle fiamme gli uffici della Cnss (la cassa mutua tunisina) e quelli dell' amministrazione finanziaria statale. A Nabeul, località turistica sul golfo di Hammamet, saccheggiato ed incendiato il supermercato Carrefour. Vi sarebbero quattro feriti da colpi di arma da fuoco, esplosi dalla polizia.

I morti: 29 per governo, 66 per Lega diritti umani
Intanto è guerra di cifre sulle vittime dall'inizio degli scontri (a metà dicembre) nel Paese. Il ministro degli Esteri tunisino, Kamel Morjane, agli ambasciatori europei, dei Paesi arabi, asiatici e africani, ha parlato di 29 morti accertati. Mentre la Federazione internazionale delle leghe dei diritti dell'uomo (FIDH) dice di essere in possesso di una lista di 66 nomi, di cui gli ultimi 8 deceduti nella notte nella periferia della capitale.