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Battisti, no Lula a estradizione

Il presidente brasiliano Lula ha deciso: Cesare Battisti non sarà estradato.

Dopo che l'avvocatura generale del Paese sudamericano aveva presentato il suo parere contrario alla concessione dell'estradizione, anche Lula ha detto il suo no. Ma adesso si annuncia battaglia con il governo italiano, che negli ultimi giorni aveva già fatto sapere che una decisione di questo tipo non sarebbe stata accettabile.

Intanto, dal Brasile non si è fatto attendere il pesante giudizio contro la nota diffusa dal governo italiano sul caso Battisti. Il ministro degli Esteri Celso Amorim ha valutato quella comunicazione "impertinente, in particolare nel riferimento personale a Lula".

L'accusa del governo brasiliano nei confronti del nostro esecutivo è stata riportata dal quotidiano Globo online, in cui si dice che la decisione di Lula non rappresenta un affronto verso un altro Paese "nel momento in cui si creano situazioni particolari che possono generare rischi per la persona, nonostante il carattere democratico dei due Stati". Nella nota il governo brasiliano esprime quindi il suo "stupore" per la reazione italiana.

In un comunicato diffuso dal governo brasiliano, si dice che la scelta di Lula non rappresenta un affronto a un altro Stato e si precisa che "alla luce della particolare situazione (di Battisti, l'estradizione) avrebbe potuto causare rischi per Battisti malgrado la natura democratica di entrambi gli Stati".

Ministro Esteri: Lula non contatterà autorità in Italia
Il ministro degli Esteri brasiliano Celso Amorim ha detto di non ritenere che il presidente Lula si metterà in contatto con le autorità italiane. Alla richiesta se consideri che le decisioni di Brasilia su Battisti possano pregiudicare i rapporti con l'Italia, Amorim ha risposto "non credo". Amorim ha incontrato la stampa leggendo la nota del governo nella sede della presidenza della Repubblica.

Scarcerazione ancora lontana
Nonostante la decisione di Lula, l'ex terrorista rosso resterà comunque in carcere almeno fino a febbraio. E anche allora non sarà detta l'ultima parola. Nel mentre, infatti, non solo potrebbe essere accolto il ricorso del governo italiano ma il neo presidente, Dilma Roussef, che si insedia proprio il primo giorno del 2011, potrebbe tenere fede al suo impegno, espresso a giugno, di "rispettare il parere del Tribunale Supremo Federale" a favore dell'estradizione di Battisti.

La scelta di Lula, infatti, rischia di aprire un ingorgo istituzionale con tanto di conflitto tra le istituzioni brasiliane, secondo la stampa brasiliana. La decisione di Lula, non chiude formalmente l'articolato iter giuridico per liberare Battisti, condannato all'ergastolo in Italia per 4 omicidi. Dopo l'atteso no all'estradizione di Lula dal palazzo presidenziale di Planalto il decreto sarà inviato al Tribunale Supremo Federale (Tsf): l'organismo che, a differenza dell'Avvocatura generale, aveva cassato la concessione dello status di rifugiato politico concesso il 14 gennaio 2009 dall'allora ministro della Giustizia, Tarso Genro.

Spetterà al presidente della più alta assise giudiziaria brasiliana, Cezar Peluso, (già relatore del parere contro Battisti) autorizzare la scarcerazione di Battisti. E Peluso ha annunciato che, prima di determinare il destino del terrorista italiano, il Tsf dovrà verificare la congruità al trattato tra Brasile e Italia delle motivazioni legali alla base della decisione del presidente uscente. Il presidente ha già anticipato che la verifica potrà avvenire solo in sede plenaria e quindi non prima di febbraio perché a gennaio iniziano in Brasile le ferie "estive".

"L'Italia ricorrerà al tribunale federale"
"La repubblica italiana, con il dovuto rispetto alle istituzioni brasiliane, farà ricorso al Supremo Tribunale Federale contro la pratica di un atto evidentemente illegale ed abusivo". Lo ha detto l'avvocato brasiliano del governo italiano, Nabor Bulhoes, all'Agencia Brasil. L'avvocato ha spiegato che "nel contesto in cui il Supremo Tribunale Federale ha respinto il rifugio e ha concesso l'estradizione, lo stesso ha competenza costituzionale, che è privatamente sua, mentre restava solo al presidente Lula di rispettare il trattato di estradizione bilaterale". Secondo Bulhoes il trattato deve essere rispettato perché "internamente al Brasile è una legge federale speciale, e internazionalmente è fonte di diritto internazionale".