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Libia mitraglia motopesca Mazara

Un motopeschereccio della flotta di Mazara del Vallo, l'Ariete, è stato mitragliato da una motovedetta libica che aveva intimato all'imbarcazione italiana di fermarsi.

La sparatoria, avvenuta domenica sera al largo delle coste libiche, non ha avuto conseguenze sull'equipaggio, che è riuscito a evitare l'abbordaggio e ad allontanarsi. Sulla motovedetta libica c'erano sei militari italiani. Il ministro Maroni ha disposto l'apertura di un'inchiesta.

L' "assalto"
A bordo dell'"Ariete" c'erano dieci uomini al comando del capitano Gaspare Marrone. Secondo quanto ha riferito quest'ultimo via radio alla Guardia Costiera italiana, l'assalto sarebbe avvenuto a circa 30 miglia dalle coste libiche, al confine con la Tunisia, all'interno del Golfo della Sirte. Una zona che le autorità di Tripoli, nonostante le norme del diritto marittimo internazionale, continuano a considerare di propria esclusiva competenza.

I colpi di mitraglia hanno danneggiato la fiancata dell'imbarcazione e un gommone utilizzato come tender. Nessuno dei componenti dell'equipaggio è rimasto ferito. Dopo la sparatoria, il peschereccio ha proseguito la navigazione verso il porto di Lampedusa, dove è giunto lunedì mattina.

La Libia apre inchiesta e presenta le sue scuse
L'ambasciatore libico in Italia, Abdulhafed Gaddur, ha annunciato la nomina, da parte delle autorità di Tripoli, "di un comitato d'inchiesta sui motivi dell'incidente" del motopeschereccio italiano mitragliato da una motovedetta libica. "Un comitato aperto anche agli italiani che vi potranno partecipare". Gaddur ha inoltre espresso "il rammarico della Libia per quello che è successo" all'imbarcazione italiana. In precedenza, lo stesso ministro degli Esteri, Franco Frattini, aveva parlato di scuse del comandante della Guardia costiera libica. "Il comandante libico ha ordinato di sparare in aria - aveva spiegato Frattini - anche se poi purtroppo i colpi sono arrivati sulla barca italiana". 

Sei militari italiani a bordo della motovedetta
Fonti della Guardia di Finanza hanno fatto sapere che erano in tutto sei i militari a bordo della motovedetta libica. Tra loro, proseguono le Fiamme gialle, contrariamente a quanto si era appreso in un primo momento, non vi erano ufficiali. Dei sei militari due sono osservatori e quattro consulenti tecnici. Inizialmente l'ufficio stampa del Comando generale della Guardia di finanza aveva parlato di un ufficiale italiano presente in qualità di osservatore. L'ufficiale appartiene al contingente di militari che svolgono ruolo di osservatori e di consulenti tecnici nel quadro degli accordi tra il governo libico e quello italiano. Anche l'imbarcazione è fra quelle cedute dalla Gdf nell'ambito di quest'intesa bilaterale. 

Maroni apre un'inchiesta
Il ministro dell'Interno Maroni ha disposto l'apertura di un'inchiesta per accertare se nella vicenda del motopeschereccio colpito da colpi di arma da fuoco sparati da una motovedetta libica emerga un'utilizzo dei mezzi donati dall'Italia per potenziare il contrasto all'immigrazione clandestina non coerente con le previsioni del Trattato firmato nel 2007 dall'allora ministro dell'Interno Giuliano Amato. Lo si apprende da ambienti del Viminale.

Equipaggio: "Vivi per miracolo"
''Siamo vivi per miracolo, hanno sparato all'impazzata sfiorandoci e solo per un caso non hanno provocato l'esplosione di alcune bombole di gas''. Alessandro Novara, uno dei dieci uomini d'equipaggio dell' ''Ariete'', è ancora sotto shock mentre mostra i danni provocati dai colpi di mitraglia. La fiancata di sinistra del peschereccio è sforacchiata dai proiettili, così come la cabina di pilotaggio, segno che i militari libici hanno sparato anche ad altezza d'uomo. Inoltre, uno dei proiettili ha colpito anche una delle tre bombole di gas che si trovavano sul ponte dell'imbarcazione, fortunatamente senza bucarla. In quel caso, infatti, si sarebbe innescata un'esplosione a catena che avrebbe investito i marinai che si trovavano in coperta. I proiettili hanno anche forato un gommone utilizzato dall'equipaggio come tender.

Farnesina: "Seguiamo il caso"
Su indicazione del Ministro Frattini, la Farnesina segue da vicino il caso della motopesca di Mazara del Vallo crivellata dalla marina libica. L'Ambasciata d'Italia a Tripoli è stata attivata per acquisire elementi e accertare la dinamica dei fatti, alla luce dello stretto rapporto di collaborazione fra i due Paesi. La Farnesina vuole inoltre accelerare le procedure per un'intesa in materia di risorse marine prevista dal Trattato di Bengasi.