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Costruita prima cellula artificiale

E' stata sviluppata in laboratorio la prima cellula artificiale, controllata da un patrimonio genetico sintetico.

L'impresa, di grande valore scientifico, è firmata da un gruppo di ricercatori statunitensi guidati da Craig Venter, lo scienziato che ha "sfidato" il Progetto genoma nella corsa al sequenziamento del nostro Dna, arrivando per primo. La scoperta è un importante passo avanti vero la vita artificiale, che da oggi è più vicina.

L'equipe di Venter in passato aveva già sintetizzato chimicamente il genoma di un batterio e ne aveva trapiantato il patrimonio genetico in un altro. Ora ha messo insieme i due metodi per creare quella che gli stessi ricercatori hanno definito una "cellula artificiale", nonostante solo il suo Dna sia artificiale.

Si tratta della "prima cellula sintetica mai creata, totalmente derivata da un cromosoma sintetico, costruita con quattro bottiglie di composti chimici su un sintetizzatore a partire da informazioni eleborate al computer", spiega un entusiasta Venter. "Una cellula che cambia la definizione di ciò che si intende per vita... Questa è la prima specie auto-replicante esistente sul pianeta Terra il cui padre è un computer", aggiunge lo studioso. "Riteniamo che rappresenti un importante passo avanti, sia dal punto di vista scientifico che dal punto di vista filosofico - sottolinea Venter -. Certamente ha cambiato le mie opinioni per quanto riguarda le definizioni di ciò che è la vita, e di come la vita si manifesta".

Gli scienziati puntano adesso a "disegnare" alghe salva-ambiente in grado di catturare anidride carbonica e stanno lavorando a nuovi metodi per velocizzare la produzione di vaccini. Secondo Venter, le potenzialità d'applicazione dei risultati ottenuti sono enormi. Si potrebbero ottenere nuove sostanze chimiche, ingredienti alimentari, strumenti per la pulizia delle acque. La cellula artificiale, sottolinea, "è uno strumento davvero potente per provare a far fare alla biologia quello che vogliamo".

"Si tratta letteralmente di un punto di svolta nel rapporto tra l'uomo e la natura", ha detto il biologo molecolare Richard Ebright della Rutgers University. Con questa conquista è ora possibile concepire un mondo in cui nuovi batteri, e successivamente anche nuovi piante e animali, verranno concepiti su un computer e poi realizzati e cresciuti in un laboratorio.

In termini di rapporto dell'uomo con la natura - commenta l'autorevole settimanale britannico Economist - potrebbe essere per il XXI secolo quello che la bomba atomica è stata per il XX. Nel breve periodo si può già immaginare che la biologia sintetica contribuirà a produrre medicinali migliori, raccolti più consistenti e carburanti meno inquinanti. Nel lungo periodo, i limiti saranno la fantasia e l'etica. Ci vorrà molto tempo prima che si arrivi a progettare della forme di vita su un computer portatile ma, scrive l'Economist, è inevitabile che prima o poi succeda. Per due motivi: la straordinaria rapidità, e il calo dei costi nell'analizzare le sequenze di Dna e nell'ottenere Dna sintetico.