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Iran convoca ambasciatore italiano

Traffico armi, "rilasciate arrestati"

Il governo iraniano ha convocato per chiarimenti l'ambasciatore italiano a Teheran, Alberto Bradanini, in relazione all'arresto di due iraniani presumibilmente coinvolti in un traffico illecito di armi.

Il ministero degli Esteri iraniano ha trasmesso alle autorità italiane una protesta ufficiale, chiedendo all'ambasciatore l'immediato rilascio dei due poiché gli arresti fanno parte di "un disegno dai fini ambigui".

"Le notizie pubblicate sugli arresti - ha detto il portavoce del ministro degli Esteri iraniano, Ramin Mehmanparast - rivelano un nuovo gioco che mira a creare confusione e ambiguità". L'Iran giudica infatti "una manovra politica" i due arresti, e proprio questo, cioè spiegazioni sul motivo dell'arresto, è quanto chiesto all'ambasciatore italiano durante l'incontro.

L'arresto, secondo Teheran, "indica l'inizio di un'altra sortita propagandistica contro l'Iran". Nel dare notizia della convocazione, infatti, la redazione italiana di Irib (l'agenzia di stampa della radio-tv pubblica di Teheran) ricorda che durante la visita in Israele il premier, Silvio Berlusconi, "aveva promesso alle autorità del regime sionista di intraprendere azioni dure contro l'Iran. Il caso Masoumi Nejad (il corrispondente di Irib, in Italia, arrestato a Roma nell'ambito dell'inchiesta partita da Milano, ndr) appare come un atto della nuova politica italiana nei confronti dell'Iran, voluta e ordinata da Israele".

Frattini frena ogni insinuazione
Il ministro degli Esteri, Franco Frattini respinge "con fermezza qualunque insinuazione iraniana sull'uso strumentale dei recenti arresti da parte della magistratura italiana". Il titolare della Farnesina ha ricordato che "l'Italia si fonda sulle regole e sui principi dello Stato di diritto, in base ai quali la magistratura è indipendente dal potere esecutivo". "Gli arresti effettuati", ha aggiunto, "hanno coinvolto cittadini iraniani ed italiani coinvolti in un'inchiesta sul traffico di armi e per violazioni delle norme internazionali.

A tutti gli imputati verrà garantito il pieno diritto di difesa e l'assistenza legale in tutte le fasi del processo, oltre che, ovviamente, condizioni di vita pienamente rispettose dei diritti della persona nella fase di detenzione". ''E' una reazione iraniana scomposta, è chiaro che gli arresti sono dovuti ad un'indagine, come ovvio, indipendente della magistratura italiana'', ha aggiunto.