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Crocefisso, accolto ricorso Italia

Corte Ue, nuova decisione prossimi mesi

La Corte europea dei diritti dell'uomo ha accolto il ricorso presentato dall'Italia contro la sentenza che, a novembre, ha sostanzialmente bocciato la presenza del crocefisso nelle aule scolastiche.

Il caso sarà quindi esaminato di nuovo nei prossimi mesi. Il ministro degli Esteri, Franco Frattini, ha espresso "vivo compiacimento" per la decisione.

Sarà la Grande Camera di Strasburgo che, a questo punto, esaminerà il caso. Evidente l'entusiasmo di Frattini al momento in cui ha appreso la notizia. "E' con soddisfazione che constato che sono stati accolti i numerosi e articolati motivi di appello che l'Italia aveva presentato alla Corte", ha detto.

Il caso era stato sollevato da Soile Lautsi, cittadina italiana originaria della Finlandia, che nel 2002 aveva chiesto all'istituto statale "Vittorino da Feltre" di Abano Terme (Padova), frequentato dai suoi due figli, di togliere i crocefissi dalle aule. Dopo essersi inutilmente rivolta ai tribunali italiani la donna aveva fatto ricorso alla Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo. E lì i giudici avevano sentenziato che la presenza dei crocefissi nelle aule scolastiche costituisce "una violazione dei genitori ad educare i figli secondo le loro convinzioni" e una violazione alla "libertà di religione degli alunni". Sulla sentenza il governo italiano aveva presentato ricorso.

Soddisfatta anche Margherita Boniver, deputato Pdl e presidente del Comitato Schengen, che commenta: "E' un segnale molto importante che dimostra la necessità di difendere gelosamente i simboli di un patrimonio religioso e culturale che appartiene a noi europei da molti secoli".

La Cei: un passo avanti nella giusta direzione
La Conferenza episcopale italiana ha commentato così la decisione della Corte di Strasburgo: "L'accoglimento del ricorso presentato dal governo da parte della Corte europea è un segnale interessante che dimostra come attorno al crocefisso si sia creato un consenso ben più ampio di quello che si sarebbe immaginato, che conferma la inadeguatezza di talune posizioni volte a strumentalizzare simboli che hanno a che fare innegabilmente con le radici culturali dell'Europa e con la fede di milioni di persone che in tale segno si riconoscono". La dichirazione è del direttore dell'Ufficio comunicazioni sociali della Cei, don Domenico Pompili. "Si tratta dunque - conclude il portavoce dei vescovi - di un passo avanti nella direzione giusta".