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Vertice Fao,impegni ma niente soldi

Solo promesse, nessuna scadenza

Nessuna scadenza nel documento finale del vertice Fao, approvato lunedì al primo dei tre giorni di summit a Roma.

Al termine della prima giornata di lavori, il direttore generale Jacques Diouf torna a sostenere che, contro la fame, servono "44 miliardi di dollari l'anno". ll diplomatico senegalese esprime però "rammarico" e "insoddisfazione" per l'assenza di un impegno preciso da parte della comunità internazionale.

"Non ho negoziato io, anzi ne sono stato escluso" dice ai giornalisti, riconoscendo comunque che il documento è "un passo avanti verso la completa eliminazione della fame". Per il numero uno della Fao è poi motivo di soddisfazione che il testo "sia stato approvato all'unanimità". "Se non ci fosse stato un accordo - osserva - sarebbe stato un chiaro insuccesso".

Ma di insuccesso si parla lo stesso. I capi di Stato e di governo riuniti a Roma per il vertice Fao sulla sicurezza mondiale - snobbato dai leader del G8 - si sono impegnati a "sradicare la fame" che affligge oltre un miliardo di persone senza però fissare i tempi di questo processo né annunciare nuovi stanziamenti ad hoc. Nel testo non vengono citati gli investimenti necessari per aumentare la produzione agricola né i 44 miliardi di dollari annuali chiesti da Diouf. Ci si limita invece alla domanda di "invertire la tendenza alla diminuzione dei finanziamenti nazionali e internazionali consacrati all'agricoltura, alla sicurezza alimentare e allo sviluppo rurale nei Paesi in via di sviluppo".

Davanti ai partecipanti, il papa Benedetto XVI ha detto basta "all'egoismo" e alle speculazioni sul cibo. Secondo il Pontefice, è arrivato il momento di fermare quei "modelli alimentari orientati al solo consumo" che "consentono alla speculazione di entrare persino nei mercati dei cereali per cui il cibo viene considerato alla stregua di tutte le altre merci". Il numero degli affamati sta subendo una "drammatica crescita" nonostante la terra sia in grado di "sufficientemente nutrire tutti i suoi abitanti", ha osservato il Pontefice, e questo dimostra come non vi sia alcuna relazione di "causa-effetto tra la crescita della popolazione e la fame".

Una sessantina di capi di Stato e di governo, soprattutto dall'Africa e dall'America Latina, hanno risposto all'invito di Diouf nella capitale, blindata da un migliaio di poliziotti e paralizzata dal traffico. Fra questi, il presidente egiziano Hosni Mubarak, il leader dello Zimbabwe Robert Mugabe e il colonnello libico Muammar Gheddafi che ha paventato, per l'Africa, il rischio di un "nuovo feudalesimo".

"La situazione più problematica in Africa è quella delle sementi, monopolizzate da imprese che definirei diaboliche - ha affermato Gheddafi, presidente di turno dell'Unione Africana - Dobbiamo smantellare il monopolio delle sementi migliorate, la Fao deve farlo in ogni Paese". Il brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva, premiato dall'ong ActionAid per i suoi successi nella lotta contro la fame, ha dal canto suo confermato che le sue scelte politiche hanno permesso a oltre 20 milioni di brasiliani di liberarsi da questo flagello.

Fra i leader del G8 era presente solo l'Italia - alla presidenza di turno - con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Per il premier è venuto il momento di "decidere le date e le modalità" dell'impegno di 20 miliardi di dollari contro la povertà promessi al G8 dell'Aquila. Berlusconi ha assicurato di aver accolto l'invito di Diouf, che ha chiesto più volte ai leader mondiali di passare dalle parole ai fatti. "Ho messo al centro del G8 dell'Aquila i fatti - ha detto il presidente del Consiglio - abbiamo così messo a punto un programma per 20 miliardi di dollari nei prossimi tre anni".

Poco lontano dalla sede della Fao, gli attivisti delle ong hanno eretto una tenda per protestare contro le multinazionali - "che utilizzano il cibo come mezzo di speculazione" - e, soprattutto, contro la dichiarazione finale del vertice. Dicono che manca qualsiasi "impegno concreto per affrontare, con politiche e risorse adeguate, lo scandalo del miliardo di persone che soffrono la fame".