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Colpo di Stato in Honduras

Militari sequestrano presidente Zelaya

Un gruppo di militari ha arrestato a Tegucigalpa, in Honduras, il presidente Manuel Zelaya.

Il capo dello Stato, portato via dalla sua residenza, è stato trasferito in Costarica. L'arresto, ordinato dai giudici della Corte elettorale, arriva dopo una crisi apertasi con la decisione di Zelaya di rimuovere il capo di Stato maggiore delle Forze armate e di indire referendum per modificare la legge in modo da poter essere rieletto.

L'esercito, dopo aver arrestato il presidente e averlo trasferito in Costarica, ha schierato veicoli blindati nelle strade della capitale honduregna, Tegucigalpa, dove la polizia ha sparato gas lacrimogeni per disperdere un gruppo di circa 500 manifestanti davanti al palazzo presidenziale. Gruppi di militari stanno anche prendendo il controllo delle sedi di alcuni edifici della pubblica amministrazione

Al centro del lungo braccio di ferro militari-presidente c'è un controverso referendum popolare indetto da Zelaya, tramite il quale il presidente punta ad ottenere una riforma costituzionale che gli permetterebbe di presentarsi per un secondo mandato presidenziale di quattro anni.

Intanto il presidente venezuelano, Hugo Chavez, ha minacciato una reazione militare (e quindi la dichiarazione di guerra) se l'ambasciatore venezuelano venisse sequestrato, come sta accadendo secondo l'Organizzazione degli Stati Sudamericani.

Il Parlamento dell'Honduras ha intanto nominato successore del presidente deposto Zelaya, il presidente dello stesso Parlamento, Roberto Micheletti. Il voto è avvenuto per
alzata di mano. ''Noi riconosciamo Zelaya come il presidente dell'Honduras regolarmente e costituzionalmente eletto'', ha d'altro canto detto in una conference call organizzata dal  Dipartimento di Stato un alto dirigente del ministero degli Esteri Usa, preferendo restare anonimo. 

''Non mi sono dimesso'', ha dichiarato da parte sua Zelaya, in un'intervista dal Costa Rica alla Cnn. ''E' assolutamente falso'', ha aggiunto il capo dello stato facendo riferimento al fatto che, in Parlamento a Tegucigalpa, alcuni politici sostenitori del golpe hanno letto un testo secondo il quale il presidente ha appunto ''rinunciato'' all'incarico.