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Papa: "Due Stati per due popoli"

Concluso il viaggio in Terrasanta

Ultima giornata in Terrasanta per Benedetto XVI.

In mattinata il Papa ha visitato il patriarcato greco-ortodosso di Gerusalemme, dove ha incontrato il patriarca Teofilo III. Subito dopo si è spostato al Santo Sepolcro e poi in elicottero ha raggiunto Tel Aviv. Prima di lasciare Israele e ripartire per Roma, il Pontefice ha rinnovato il suo invito alla creazione di "due Stati per due popoli" e ha ricordato la tragedia della Shoah.

"Mai più muri"
Per il Papa il "muro" che ha visto a Betlemme è "una delle visioni più tristi" del viaggio in Medioriente. E chiede un "futuro in cui i popoli della Terrasanta possano vivere insieme in pace e armonia senza bisogno di tali strumenti di sicurezza e separazione, ma piuttosto rispettandosi e avendo fiducia l'uno nell'altro, e rinunciando a ogni forma di violenza e di aggressione". Lo ha detto congedandosi da Israele,osservando "come sia difficile il compito di Israele e della Autorità nazionale palestinese".

"Subito due Stati"
Nuovo appello del Papa a tutti i popoli del Medioriente. "Basta spargimenti di sangue. Basta lotte. Basta terrorismo. Basta guerra. Invece spezziamo questo circolo vizioso di violenza - ha detto il Pontefice prima di partire da Israele -. Facciamo che la soluzione dei due Stati diventi una realtà, portando speranza alle molte altre regioni che sono colpite dal conflitto".

"Mai negare la Shoah"
"La Shoah, questo sconvolgente capitolo della storia non deve mai essere dimenticato o negato". Lo ha riaffermato il Papa congedandosi da Israele citando le "oscure memorie della mia visita di tre anni fa al campo della morte ad Auschwitz, dove così tanti ebrei - madri, padri, mariti, mogli, fratelli, sorelle, amici - furono brutalmente sterminati sotto un regime ateo che propagandava una ideologia di antisemitismo e odio".

"Nuovi cristiani informati e impegnati nella pace"

I cristiani di Gerusalemme hanno il compito di "allevare ed educare una nuova generazione di cristiani ben formati e impegnati, solleciti nel desiderio di contribuire generosamente alla vita religiosa e civile di questa città unica e santa". "E' il "servizio più grande" che possono offrire ai loro concittadini:  ha detto il Papa nel corso dell'incontro ecumenico al patriarcato greco-ortodosso di Gerusalemme." "Prego - ha aggiunto - perché si comprenda che le aspirazioni dei cristiani di Gerusalemme sono in sintonia con le aspirazioni di tutti i suoi abitanti, qualunque sia la loro religione: una vita contrassegnata da libertà religiosa e da coesistenza pacifica, e in particolare per le giovani generazioni la prospettiva di una conveniente ospitalità e residenza familiare e la possibilità di trarre vantaggio da una situazione di stabilità economica e di contribuirvi".

"Testimoni per la comunione tra fedi"
Il Papa ha esortato, nel suo incontro ecumenico, i capi religiosi cristiani a "una testimonianza vigorosa" e a "nutrire la fede degli individui e delle famiglie" affidati alle loro premure pastorali. Benedetto XVI non ha nascosto "la vergogna della nostra divisione". Tuttavia "dobbiamo trovare la forza di raddoppiare il nostro impegno per perfezionare la nostra comunione, per renderla completa, per recare comune testimonianza all'amore del Padre".

Benedetto XVI prega alla Basilica del Santo Sepolcro
In Medioriente, "le memorie possono essere purificate, che gli amari frutti della recriminazione e dell'ostilità possono essere superati, e che un futuro di giustizia, di pace, di prosperità e di collaborazione può sorgere per ogni uomo e donna, per l'intera famiglia umana, e in maniera speciale per il popolo che vive in questa terra, così cara al cuore del Salvatore". Lo ha detto il Papa che ha pregato nella Basilica del Santo Sepolcro, inginocchiandosi a lungo nella grotta dove fu deposto Gesù e sulla pietra del Golgota dove fu infissa la croce, entrambi inclusi nell'edificio costantiniano.

Napolitano: "Dal Papa parole di pace"
Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha inviato un messaggio a Benedetto XVI in occasione del suo rientro dal viaggio in Terrasanta. "Ho ascoltato con interesse e partecipazione le parole di pace e di riconciliazione da lei pronunciate", scrive il presidente che si dichiara sicuro che il messaggio del Pontefice rimarrà "nei cuori e nelle coscienze, a sostegno di tutti coloro che operano per la pace nella regione".