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Tibet, decine di monaci arrestati

Dopo una protesta presso Ragya

Ancora tensione e arresti in Tibet in seguito al pugno di ferro imposto dalla Cina nella regione.

La polizia cinese ha arrestato 95 monaci tibetani dopo una rivolta nel monastero di Ragya, in un'area a popolazione tibetana della provincia del Qinghai. Per l'agenzia Nuova Cina, i monaci farebbero parte di un gruppo che sabato 21 ha dato l'assalto al commissariato di polizia di Gyala. All'origine di tutto, la "scomparsa" di un dissidente tibetano.

Ad innescare la protesta, secondo l'agenzia governativa, sarebbero state infatti le "voci erronee" che si erano diffuse sulla sorte di Zhaxi Sangwu, un tibetano arrestato per  le sue opinioni politiche che sarebbe riuscito a fuggire dal commissariato di Gyala con la scusa di usare il bagno. Zhaxi Sangwu è accusato di appoggiare il separatismo. Nuova Cina non precisa quali siano state le "voci erronee" su Sangwu e aggiunge che "le ricerche del fuggitivo e dei monaci che si sono uniti a lui proseguono".
Il commissariato di polizia di Gyala, nella prefettura di Guoluo, è stato già teatro in passato di manifestazioni a proteste anticinesi. Secondo Nuova Cina la polizia ha arrestato sei monaci, mentre gli altri sarebbero stati convinti a costituirsi. Nel corso dell'assalto alcuni funzionari di polizia sarebbero stati "feriti leggermente".