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Usa 2008, chi è Joe Biden

Politico esperto, da una vita al Senato

Joseph Robinette Biden Jr, detto Joe, è nato a Scranton, in Pennsylvania, da una famiglia cattolica irlandese il 20 novembre del 1942.

Avvocato dal 1969, è stato eletto al Senato quando aveva 29 anni, nel 1972. Sposato due volte, ha perso la prima moglie e una figlia in un tragico incidente stradale. Politico di lungo corso, pro-aborto, è un esperto di politica estera.

Il numero due del ticket Democratico, in coppia con Barack Oabama, è il presidente della Commissione esteri del Senato, conoscitore del Medio Oriente e ospite fisso ai vertici internazionali. Critico da sempre nei confronti della politica estera dell’amministrazione di George W. Bush, Joe Biden ha però votato a favore della guerra in Iraq e contro l'aumento delle truppe richiesto dal generale David Petraeus per stabilizzare la situazione del Paese.

Nonostante le tante contraddizioni della sua carriera politica è visto come una persona genuina e dalla storia personale segnata dal grave lutto del 1972. Il 18 dicembre 1972, solo un mese dopo il giuramento da senatore, la prima moglie Neilia e la figlia Amy, che aveva solo 13 mesi, morirono in un incidente: un camion, guidato da un ubriaco, centrò l'auto su cui viaggiavano insieme agli altri due figli della coppia, Beau e Robert. Biden restò per settimane accanto ai suoi ragazzi feriti in ospedale e cominciò a fare il pendolare con Washington: tre ore di treno tutti i giorni per andare in Senato e poi tornare a crescere i figli a Wilmington, in Delaware.

Nel 1977 si risposa con Jill Tracy Jacobs e nel 1982 diventa ancora papà di una bimba. Nel 1988 si candida per la prima volta alle primarie per la Casa Bianca, ma si ritira dalla corsa e affronta un grave problema di salute: due operazioni al cervello in pochi mesi per asportare due aneurismi. Rifiuta la candidatura a vice-presidente nel 2004 e indica al Democratico John Kerry il nome di John McCain come uomo bipartisan per sconfiggere Bush. Ci riprova nel 2007 con le primarie, ma lascia quasi subito dopo i negativi risultati dei primi test elettorali. Nell’agosto del 2008 riceve la proposta di Barack Obama, ormai sicuro della nomination Democratica, per entrare a far parte del ticket per la presidenza.

Accetta la candidatura durante la convention di Denver introdotto da un commovente discorso del figlio Beau, ministro della Giustizia del Delaware e prossimo a partire al fronte come capitano della guardia nazionale in Medioriente. Non mancano aneddoti sui suoi difetti. Da bambino, affetto da balbuzie, coltiva un forte interesse per la musica arrivando a farsi chiamare “fleet flutin’ Joe” (Joe flauto veloce) dai compaesani.

Il New York Post sostiene che abbia subito vari interventi di chirurgia plastica (capelli, occhi e denti) e che sia un fan delle iniezioni di botox con le quali ha spianato le rughe della fronte. Considerato dalla stampa come un “grande gaffeur”, ha nel suo curriculum parecchie infelici battute anche razziste e sessiste. Ma la frase che i Repubblicani hanno rispolverato contro il ticket Obama-Biden è il commento del senatore del Delaware al suo voto positivo all'autorizzazione alla guerra in Iraq. “Una delle decisioni più importanti di politica estera in una generazione”, disse un Biden poi pentito di quella scelta.