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Palin: "Pronti a guerra con Russia"

"Abbiamo un piano divino per il mondo"

Cambiano le facce ma il ritornello repubblicano in politica estera è sempre lo stesso.

Sarah Palin, la candidata alla vice-presidenza con McCain, in un'intervista in tv dichiara: "Una guerra con la Russia può diventare necessaria, se Mosca invadesse un altro paese come ha fatto con la Georgia". Non solo, il "pitbull col rossetto" rinfresca l'ideologia di Bush e soci: "La guerra in Iraq è un compito indicato da Dio".

La Palin si è detta a favore dell'inserimento di Georgia e Ucraina nella Nato. L'intervistatore, Charles Gibson, le ha chiesto se, in base agli accordi della Nato, l'America avrebbe dovuto entrare in guerra con Mosca nelle scorse settimane se il paese del Caucaso fosse stato membro dell'Alleanza. "Forse sì - ha risposto la Palin - questo è l'accordo che prendi quando sei un alleato della Nato. Se un altro paese viene attaccato, devi aspettarti di venir chiamato in aiuto".

"La Rivoluzione delle rose, la rivoluzione arancione, ci hanno mostrato che queste nazioni democratiche hanno diritto a stare nella Nato", ha detto la Palin. "Piccoli paesi democratici che vengono invasi da una grande potenza - ha aggiunto la vice di McCain - sono qualcosa sul quale dobbiamo vigilare. Dobbiamo essere consapevoli delle conseguenze di un grande paese che ne attacca uno più piccolo. Dobbiamo mostrare il nostro sostegno, in questo caso alla Georgia. E lo possiamo fare forse con sanzioni economiche contro la Russia, se si arriva a questo".

La Palin ha anche affermato di "essere convinta che vi è un progetto per questo mondo e che questo progetto sia per il bene. Penso che vi sia grande speranza e grande potenziale per ogni paese per vivere e veder protetti i suoi diritti inalienabili che sono dati da Dio. Credo che questi siano i diritti alla vita, alla libertà e all'inseguimento della felicità. Questo, a mio giudizio, è il grande piano del mondo".

L'intervistatore ha chiesto a Sarah se sia convinta che suo figlio, che sta per partire per l'Iraq, sia chiamato a "partecipare ad una missione divina". "Non so se è una missione divina - ha risposto la governatrice dell'Alaska - So che mio figlio ha preso una decisione e che sono molto orgogliosa di questa decisione che ha preso per le ragioni giuste: per servire qualcosa di più grande di lui rispetto ad un percorso di vita più facile, comodo e sicuro".