Realizzato embrione umano Ogm
Usa, distrutto dopo cinque giorni
In sordina il primo embrione umano geneticamente modificato è già stato prodotto un anno fa in Usa dall'università di Cornell.
Lo afferma il quotidiano Sunday Times, che sostiene come i ricercatori avrebbero inserito in un embrione umano non utilizzato per la fecondazione assistita il gene di una proteina fluorescente. Dopo 5 giorni l'embrione sarebbe stato distrutto.
Questo tipo di ricerche mira a correggere difetti genetici ma per alcuni sarebbe il primo passo verso l'eugenetica. Un esperimento destinato a sollevare non poche polemiche sul fronte dell'etica. I ricercatori americani hanno preferito mantenere il riserbo sul caso e distruggere la loro "creatura".
Gli scienziati avrebbero - stando a quanto scrive oggi il quotidiano londinese Sunday Times - inserito in un embrione umano non utilizzato per la fecondazione assistita il gene di una proteina fluorescente. Obiettivo: marcare l'attivazione di alcuni geni durante la fase di sviluppo dell'embrione. Dopo cinque giorni l'embrione Ogm sarebbe stato distrutto dagli stessi ricercatori.
Percorrendo questa strada, la ricerca punta a correggere difetti genetici presenti al momento del concepimento o a creare embrioni modello per capire come si sviluppano alcune patologie. I medici sotto accusa smentiscono di aver mai avuto intenzione di applicare alcun principio di eugenetica, o "creare bambini progettati al tavolino", rassicura Zev Rosenwaks, direttore del Cornell Medical Center. Ma non è riuscito a rassicurare molti addetti ai lavori.
Il timore è che un giorno si arrivi ad inserire un particolare gene dentro gli embrioni per potenziare caratteristiche selezionate come l'intelligenza, la capacità atletica o uno specifico tratto somatico.
"Questi scienziati non hanno fornito alcuna convincente giustificazione scientifica per l'esperimento. E stanno sviluppando tecniche che potrebbero dar vita ad un mondo manipolato, senza aver prima stimolato alcun dibattito tra i ricercatori, i politici, la gente comune", rimprovera Marcy Darnovsky direttore esecutivo del Center for Genetics and Society della California