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L'isola di Lesbo querela i gay

Grecia,"Associazione ci ha rubato nome"

L'editore della rivista culturale "Davlos", Dimitris Lambrou, e due signore, cittadini dell'isola greca di Lesbo, hanno portato in tribunale la maggiore organizzazione nazionale per i diritti degli omosessuali, "Olke-Unione Greca Gay e Lesbiche".

La colpa è essersi appropriata del nome che spetterebbe "di diritto" agli abitanti dell'isola di Saffo. "La questione è assolutamente ridicola - ha commentato la portavoce di Olke, Evangelia Vlami".

"Se non ci fosse in gioco un'ingiustificabile violazione della libertà d'espressione la faccenda avrebbe del ridicolo - ha reagito Vlami - Il termine "lesbica" è stato accettato dalla società, dalla scienza, dalla storia, dalle Nazioni Unite. In aula ci sarà da ridere. Se la giustizia ci convocherà diremo la nostra".

L'iniziativa parte da una situazione che per "un'intera comunità (100mila nativi e 250mila espatriati) equivale a subire violenza psicologica e morale", ha dichiarato Lambrou. "Non è un’azione contro le donne omosessuali – ha specificato Lambrou – vogliamo soltanto che il gruppo rimuova la parola lesbian dal suo nome”. Loro si chiamano lesbiche da qualche decennio appena, noi siamo lesbici da migliaia di anni, queste signore non hanno nulla in comune con Lesbo" ha sottolineato l'editore aggiungendo "all'estero mia sorella non può neanche dire di essere lesbica". "La nostra - ha concluso Lambrou - non è un'aggressione. Vengano a Lesbo, si sposino, facciano quello che credono. Chiediamo solo che il gruppo rimuova la parola lesbiche dal proprio nome. E poi Saffo non era neanche omosessuale. Ebbe un marito e una figlia".

Situata a nordest del mar Egeo, la patria di Saffo, nume tutelare dell'omosessualità femminile, viene spesso chiamata in Grecia con il nome di Mytilene. L'isola ospita la piccola stazione balneare di Eressos, località preferita dal turismo lesbico internazionale, che non ha comunque la stessa notorietà di Mykonos, destinazione per eccellenza delle vacanze degli omosessuali greci.

I greci non sono nuovi a prese di posizione sui nomi. Da anni hanno in corso una vertenza con i macedoni, che secondo loro usurpano il nome della Macedonia, mentre la vera Macedonia, quella di Alessandro, si troverebbe nell’attuale Grecia. E da sempre accusano i turchi di tutte le malefatte possibili e immaginabili, compresa quella di aver rubato loro gli alberi.

Il 10 giugno la causa sarà esaminata dal tribunale di Atene e se i tre abitanti di Lesbo dovessero vincere contro gli omosessuali, minacciano di lanciare una campagna mondiale contro tutte le organizzazioni che usurpano la denominazione lesbian. Ma se l'ondata di riappropriazione etimologica dovesse diffondersi, non si possono pensare le devastazioni giudiziarie che potrebbero portare gli abitanti di Troia, in provincia di Foggia, o di Bastardo, in provincia di Perugia.