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Peni "rubati", è psicosi in Congo

La polizia salva stregoni da linciaggio

A Napoleone lo tagliò il medico che, nell'esilio di Sant'Elena, eseguì l'autopsia sul cadavere dell'imperatore.

Ma in quel caso, trattato con tutti gli onori, venne mummificato ed è rispuntato pochi anni fa negli Usa. A John Wayne Bobbitt lo tagliò la moglie Lorena, infuriata perché lui non la soddisfaceva. Ma in quel caso venne gettato dal finestrino di un'auto in corsa e, una volta recuperato, riattaccato al legittimo proprietario.

In Congo, invece, è tutt'altra storia: lì, nel cuore dell'Africa nera, a rubare il pene a una dozzina di uomini è stato un gruppo di 13 stregoni, che a quanto pare facevano scomparire l'"affare" alle loro vittime chiedendo poi una specie di "riscatto", ovviamente sotto forma di compenso per le cure stregonesche necessarie a farlo ricrescere. Il condizionale e il dubitativo sono d'obbligo, perché la polizia, dopo aver arrestato i 13 stregoni che rischiavano di essere linciati (i proprietari delle suddette appendici non devono essere stati particolarmente felici di vedersele sparire come d'incanto, non essendo stati di recente a Casablanca), ha naturalmente cercato di recuperare il corpo del reato. E con somma sorpresa, dopo aver fatto calare le braghe ai sospetti eunuchi, gli agenti hanno scoperto che il "coso" era ancora lì, e ci mancava poco che facesse "ciao ciao" con la manina che non ha, tanta era la gioia che qualcuno si fosse accorto che era rimasto al suo posto.

Le vittime, però, non ne hanno voluto sapere: prima del passaggio degli stregoni, sostengono, erano dotati di un'attrezzatura che poteva essere scambiata per una manichetta dei pompieri... E dopo il rito magico la tragedia: a chi si era dimezzato, a chi si era rattrappito, a chi era cascato proprio. Inutile far loro notare che "lui" era ancora lì, bastava guardare: potenza della stregoneria africana, erano e sono rimasti tutti convinti di aver perso la virilità. E così 14 di loro sono finiti in galera, perché avevano promesso ai poliziotti che il loro "amico" se lo sarebbero andati a riprendere con la forza dando una lezione ai ladri di piselli altrui.

E se la polizia, per bocca del capo-dipartimento di Kinshasa, Jean-Dieudonne Oleko, continua a spiegare che è tutto un malinteso, che è solo un trucco per truffare i creduloni, tra la popolazione serpeggia il terrore. tanto che gli agenti, negli ultimi giorni, sono dovuti intervenire più volte per salvare presunti ladri d'organi e organetti da una caccia all'untore che ricorda episodi di manzoniana memoria. "E' tutto vero, è tutto vero - racconta Alain Kalala, un 29enne che vende schede telefoniche proprio di fianco alla caserma della polizia di Kinshasa - Io l'ho visto, noi l'abbiamo visto. Abbiamo visto una delle vittime: dopo che il ladro l'aveva sfiorato gli è rimasto solo un affarino, un cosino piccolo così...".

Chi abbia ragione, a questo punto, non è dato sapere, anche perché effettivamente, nella regione, gli omicidi per ottenere sangue o organi umani da destinare a riti animisti sono all'ordine del giorno. Quel che è certo è che, a quanto pare, almeno in Congo le dimensioni contano. Eccome.