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Caos in Belgio per scherzo in tv

Falsa secessione delle Fiandre

"Re Alberto II in fuga dal Paese insieme alla regina Paola dopo la dichiarazione di indipendenza delle Fiandre".

Sarebbe stata una bufala simpatica se fosse stata fatta il 1° di aprile, peccato che siamo a dicembre e che la falsa notizia diffusa dal canale francofono della tv pubblica belga alla fine abbia scatenato il caos nel Paese. Ma l'emittente si difende: "Fiction commissionata da un ministro".

"Le Fiandre hanno proclamato l'indipendenza!", "Il re ha lasciato il paese!", "Il Belgio non esiste più!". Questi i toni del comunicato trasmesso dalla tv pubblica belga RTBF, in lingua francese. A far cadere dalle sedie l'89% dei propri telespettatori è stata la notizia con la quale sono stati interrotti i programmi. I telespettatori hanno intasato il centralino telefonico dell'emittente.

Per rendere la notizia più convincente, la tv ha orchestrato una messa in scena con dirette da tram bloccati ai nuovi "confini" e reazioni di esponenti politici che plaudono o denunciano la proclamazione unilaterale dell'indipendenza da parte del parlamento fiammingo. "Il nostro centralino è stato subissato dalle chiamate e anche i giornali francofoni hanno ricevuto molte reazioni", ha detto il portavoce della RTBF, Bruno Deblander.

"La gente ci ha creduto e quando abbiamo spiegato che si trattava di una fiction, alcuni si sono arrabbiati e altri si sono detti tristi o al contrario felici della bufala". Il programma, che s'ispira alla Guerra dei Mondi di Orson Welles, ha inteso "porre sulla piazza pubblica un dibattito che appassiona tutti i belgi", secondo il portavoce.  Solo dopo 30 minuti di trasmissione e' comparsa la scritta "Questa è una fiction", su richiesta della ministra dell'Audiovisivo della comunità francofona Fadila Laanan.

Immediate e numerose le polemiche. "Il compito di radio e televisione - ha tuonato a Bruxelles Didier Seeuws, portavoce (fiammingo) del premier Guy Verhofstat (pure lui fiammingo) - è di informare il pubblico correttamente il pubblico, non di creare confusione". Durissima anche Fadila Lanaan, il ministro francofono per i media, che ha annunciato la convocazione dei dirigenti dell'Rtbf e ha definito "scandalosa" la trasmissione". Yves Thiran, direttore dell'informazione di Rtbf, ha invece difeso a spada tratta la trasmissione. La quale, ha dichiarato, "ha dimostrato l'importanza di un dibattito politico cruciale, quello sul futuro del Belgio".

In effetti sono sempre più a dubitare su una lunga vita del Belgio, le cui strutture federali sono sempre più svuotate a favore delle tre regioni, le Fiandre, la Vallonia (francofona), e Bruxelles (bilingue). I 6 milioni di fiamminghi, trasformatisi da contadini poveri nel cuore pulsante dell'economia del paese mentre l'ex ricco sud si è impoverito con il crollo dell'economia del carbone, sottolineano sempre più spesso la loro ricchezza. E lamentano che questi ultimi vivrebbero alle loro spese, una polemica che dalle nostra parti non suonerà proprio estranea.

A sostenere apertamente l'indipendenza è per ora solo l'estrema destra del Vlaams Belang (interesse fiammingo), come ora si chiama l'ex Vlaams Blok. Ma anche altri partiti, più cautamente, sostengono una sempre più spinta "autonomia" delle Fiandre dal governo federale. "I fiamminghi vogliono abbandonarci?" si chiedeva un anno fa un settimanale francofono.