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Ex spia russa aiutava italiani

Attentati a commissione Mitrokhin

Non era per Anna Politkovskaia, la giornalista indipendente uccisa a Mosca, che l'ex spia russa, Aleksandr Litvinenko, ora in fin di vita in un ospedale a Londra, e il consulente italiano della commissione Mitrokhin, Mario Scaramella, si incontrarono lo scorso 1° novembre in un ristorante a Piccadilly.

Si parlò, invece, di un possibile attentato contro Paolo Guzzanti, presidente della commissione, e lo stesso Scaramella.

Fonti riservate rivelano al Tgcom che Paolo Guzzanti e Mario Scaramella temevano attentati organizzati da membri dei servizi segreti dell'ex Kgb, ora Fsb. I russi avevano scelto già il luogo: Teramo e Napoli. La prima è la città dove i due avrebbero dovuto testimoniare in un processo contro sei ucraini arrestati perché in possesso di armi da guerra. Il capoluogo partenopeo è, invece, la città di origine di Mario Scaramella. Nome dell'operazione: "Peskar".

Della reporter Anna Politkovskaia, nel ristorante giapponese di Londra, si parlò perché in comune, con i possibili attentati contro gli italiani, ci sarebbero i mandanti. Gente che non scherza e che fa sul serio come conferma l'uccisione della giornalista. E l'attentato a Aleksandr Litvinenko, per il cui avvelenamento la Gran Bretagna avrebbe mosso i primi passi diplomatici con il governo di Mosca.

La soffiata a Guzzanti e a Scaramella, cioè di questi possibili attentati in cui sarebbe coinvolta anche la mafia di San Pietroburgo, viene da Euvgenji Limarev, ex Kgb, ora affidato ai servizi segreti francesi.

L'allarme non venne ritenuto, in un primo momento, attendibile. In ogni caso, nel dubbio, si cercarono conferme o smentite. Ecco il perché dell'incontro con l'ex spia Aleksandr Litvinenko. Chi meglio di lui conosce il mondo dei servizi segreti?

Massimo Spinosa