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Venezuela,italiani rapiti: è record

Otto sequestrati,ma task force tagliata

Il Venezuela non è più un paradiso per gli italiani.

Dal 2000, ben 54 nostri connazionali, perloppiù imprenditori residenti nel Paese, sono stati rapiti a volte anche per una manciata di banconote. E a oggi otto di loro sono nelle mani della malavita senza che se ne abbiano più notizie. I rapimenti sono in aumento da quando il governo italiano ha tagliato i fondi per i superpoliziotti che indagavano in quello stato.

L'ultima vittima dei rapitori è Paola Carlesi d'Amico, 28 anni e madre di una bambina di tre. La giovane, figlia di un milanese, lavorava nella direzione del «Centro Industrial Caronì», un complesso di laboratori e officine a Ciudad Bolivar, nella zona orientale, amministrato dal padre. Ed è stata sequestrata proprio in ufficio, dopo che un primo tentativo di rapimento era andato a vuoto.

Di lei non si sa più nulla come di Renzo Botti, un calzaturiere prelevato quasi due anni fa a Valencia. O di Ornella Ferranti, ingegnere, figlia di un commerciante di legname che sarebbe dall’agosto del 2004 in pugno alla guerriglia. Così come degli altri scomparsi nel nulla negli ultimi mesi. Da Anita Capuozzo 36 anni, originaria di Pomigliano d’Arco, caricata su un'auto vicino a casa, a Caracas, il 20 agosto, mentre andava a fare jogging, a Marco Russo, 29 anni, sequestrato a maggio a Barquisimeto. Da Guido Francesco Giovannone, prelevato da San Cristóbal a fine luglio a Silvio Stanca, scomparso il 6 agosto nel Táchira. E prima di Paola Carlesi, Eliseo Lepore, un udinese di 68 anni, costretto a seguire quattro uomini armati il 9 settembre a La Fría, sempre nel Táchira, e a lasciare sul ciglio della strada l'auto che stava portando dal meccanico.

A volte qualcuno non ce l'ha fatta come l'ottantenne Corrado Altomare, un pugliese che aveva trovato il benessere con il trasporto del petrolio a Maracaibo. Un uomo mite il cui cuore, ha smesso di battere dopo il rilascio a fine 2004 seguito a sette mesi di prigionia.

Per gli italiani il Venezuela era divenuto, dal dopoguerra, un Paese da sogno dove il petrolio faceva fiorire l'economia e le finanze personali di nostri connazionali come Filippo Gagliardi, costruttore edile che donò al suo paese natale l’acquedotto, la cattedrale, la caserma dei carabinieri, l’asilo, il convento dei cappuccini e 105 case per i poveri.

Ma ora, quella terra è sempre più minacciosa per i nostri concittadini che là hanno trovato la ricchezza o anche solo un'attività imprenditoriale da consentire loro una vita dignitosa. E purtroppo, il fenomeno dei rapimenti è in crescita da quando il governo italiano ha deciso di ritirare per motivi economici la task force da Caracas composta dal vicequestore Filippo Bonfiglio e dal tenente colonnello dei carabinieri Franco Fantozzi, che erano riusciti a tamponare il problema anche facendo pressioni sulla polizia locale. Con il loro ritorno in Italia è coincisa la ripresa dei sequestri che in poco tempo da due sono risaliti a otto.