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"L'onda gigantesca e morti ovunque"

Parlano italiani scampati al maremoto

La paura è passata, ma il ricordo di quegli istanti terribili è ancora vivo.

Gli italiani scampati al maremoto hanno ora solo voglia di tornare a casa. "Ho parlato solo qualche minuto con mia figlia nello Sri Lanka - dice Mauro Garlaschelli, padre di Lara -. E' riuscita a rifugiarsi verso la collina: mi ha detto che c'erano cadaveri ovunque". "In un attimo - racconta un altro testimone - l'acqua ci arrivava da due lati. E' stato terribile".

"All'improvviso l'aeroporto era sommerso"
"Eravamo già sull'aereo che ci avrebbe riportato in Italia, quando affacciandoci al finestrino abbiamo visto la pista inondata d'acqua. Galleggiavano pesci, coralli, bidoni, una pompa di kerosene. Ci hanno fatto subito scendere". E' la testimonianza a Fiumicino di Giovanni Richel, messinese, uno degli italiani rientrati da Male, nelle Maldive. "Erano le 9.10 - aggiunge Richel - l'aereo era già con i motori accesi, pronto al rullaggio, quando è arrivato lo tsunami. Ci siamo spaventati. Ma è andata peggio a chi poco prima era arrivato con lo stesso aereo con cui saremmo dovuti partire: turisti in attesa in una hall, prima di essere smistati nei vari atolli. L'acqua ha spazzato via tutto. Quattro idrovolanti sono stati danneggiati".

"L'acqua arrivava da due lati: eravamo in trappola"
Racconto simile anche quello di Andrea delle Femmine: "Eravamo sull'aereo e in un attimo tutto intorno è stato invaso dall'acqua. Ma noi possiamo senz'altro dire che ci è andata bene". "Eravamo appena arrivati via Monaco, alle 8.30 - ha raccontato un altro passeggero - dieci minuti dopo abbiamo visto il mare alzarsi, in pochi secondi, arrivava da due lati diversi: l'acqua è salita alle ginocchia, ci siamo rifugiati in un fazzoletto di terra. Ci sentivamo come in trappola. Ora vogliamo solo riposare, siamo stanchi".

"Il mare correva a perdifiato verso i palazzi"
Luciano Nastri, proprietario di un bar a Capri, era a Phuket, in Thailandia, quando lo tsunami ha seminato morte e distruzione. "Il mare era nero e si era ritirato dalla spiaggia di almeno mezzo chilometro - ha raccontato -. Poi è ripartito all'improvviso, sembrava un muro altissimo che correva a perdifiato verso i palazzi". Nicolò Sanguinetti stava invece dormendo con la sua famiglia in un hotel di Bangkok: "Ci siamo svegliati - ha detto - perché il grattacielo oscillava in modo pazzesco. Siamo subito fuggiti per le scale: gli ascensori non andavano. Io e mia moglie abbiamo preso nostro figlio e ci siamo fatti quaranta piani di corsa mentre intorno a noi tremava tutto e sentivamo rumori cupi. Non riuscivamo a capire cosa era successo".

La tragedia vissuta dal mare
Infine il racconto di quanti lo tsunami l'hanno vissuto direttamente dalle profondità del mare. "Tutto all'improvviso ha cambiato colore - ha raccontato un sub -, ho capito che in superficie stava cambiando qualcosa. Era l'onda che passava. I problemi sono arrivati dopo quando l'onda si è ritirata e ha portato in mare di tutto, soprattutto terra e fango e ci siamo trovati in mezzo al buio".

Una famiglia scomparsa
Nessuna notizia di Stefano e Luigi Ridolfi, che con la moglie Lisetta sono originari di Casalecchio di Reno, in provincia di Bologna. Stefano vive a Puket ed era stato raggiunto in Thailandia anche dai genitori per le vacanze natalizie. I parenti rimasti in Italia, che ancora non sono riusciti a mettersi in contatto con la Farnesina, rimangono ora in attesa di conoscerne le sorti fanno appello a chiunque possa avere una qualche informazione.