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Il crollo tedesco dopo il D-day

Da Caen e Cherbourg fino a Parigi

Il piano strategico messo a punto dalle forze alleate per i giorni successivi allo sbarco prevedeva mosse ben chiare: innanzitutto collegare le teste di ponte e poi, nell'ordine, assicurarsi Caen e porre sotto il proprio controllo il porto di Cherbourg, fondamentale per garantire gli approvvigionamenti necessari alle truppe. La risposta dell'esercito tedesco, massiccia ma non adeguatamente guidata e supportata, rallentò le operazioni ma non riuscì a respingere le forze anglo-americane.

La dodicesima Divisione Panzer SS (Gioventù Hitleriana) assaltò i canadesi il 7 e l'8 giugno, inflisse loro pesanti perdite ma non fu in grado di spezzare il fronte. Nel frattempo l'azione coordinata degli Alleati, superiori dal punto di vista aereo e abili nello sfruttare la distruzione del sistema ferroviario francese che rese ogni movimento delle truppe tedesche lento e affannoso, portò invece al collegamento, fra il 10 e il 13 giugno, delle spiagge di Omaha e Utah.

Fu a  questo punto che Montgomery concentrò tutte le sue attenzioni su Caen, ritenendolo il punto chiave di tutta la battaglia: il primo atto dell'Operazione Charnwood si ebbe il 7 giugno, seguito da altri due attacchi nei venti giorni successivi, finché il 7 luglio Caen fu circondata, bombardata e presa.

Cercando una breccia decisiva nell'aperta campagna che portava a Parigi, Montgomery lanciò allora un'altra offensiva, battezzata Operazione Goodwood, utilizzando tutte e tre le divisioni corazzate britanniche. Le prime fasi furono caratterizzate da una serie di parziali successi finché la resistenza da parte della Prima e della Dodicesima divisione Panzer, supportate dal Genio Militare tedesco che agiva come fanteria, bloccò l'avanzata verso la Capitale e le perdite tra le forze britanniche furono molto alte. Tuttavia le riserve tedesche avevano l'ordine di mantenere la posizione e non poterono pertanto essere usate per contrapporsi alle offensive portate contemporaneamente avanti dagli americani.

Il territorio alle spalle di Utah e Omaha era caratterizzato dai bocage: antichi terrapieni, spessi fino a tre metri e distanziati di 30-60 metri, decisamente impervi per i carri armati, che divennero ben presto una posizione difensiva ideale per le forze tedesche. Di conseguenza la fanteria statunitense fece dei progressi lenti e soffrì perdite pesanti mentre spingeva verso Cherbourg e le truppe d'elite aviotrasportate vennero richiamate più volte per riavviare un'avanzata in stallo. Il comando tedesco si aspettava che la guarnigione di Cherbourg resistesse fino alla fine e negasse il porto agli alleati. Invece, dopo aver richiesto che un solo colpo venisse sparato sul cancello, il comandante di Cherbourg si arrese: era il 26 giugno.

Durante il mese di luglio le città della Normandia caddero una dopo l’altra, mentre il 17 Rommel rimaneva gravemente ferito in un attacco aereo alla sua vettura. Caen era caduta fra il 7 e il 9 luglio, il 19 toccò a Saint-Lô, il 30 a Avranches, cosa che permise lo sfondamento in direzione della linea Somme-Aisne-Marna.

Nel frattempo andava aprendosi un nuovo fronte, questa volta meridionale. Il 16 agosto ci fu infatti uno sbarco franco-americano in Provenza (Operazione Dragoon), aumentando la pressione sulle truppe che difendevano la Germania da occidente. Il 19 agosto, infine, Parigi si ribellò e il 25 le truppe alleate, accompagnate dal generale De Gaulle, fecero il loro ingresso nella Capitale transalpina dopo oltre quattro anni di occupazione tedesca.