Calano le speranze di trovarli vivi
Corsa contro il tempo per trovare vivi i 65 operai intrappolati da lunedì in una miniera messicana dopo una esplosione di gas grisou. Lo scoppio ha interrotto le comunicazioni e le vittime non dovrebbero aver potuto usufruire che di sei ore di ossigeno. Unica speranza per i parenti che attendono disperati è che filtri aria dall'esterno. Il timore di nuovi scoppi impedisce l'uso di trivelle e si procede attraverso i cuniculi.
Gruppi di quranta soccorritori si sono alternati per 24 ore nel tentativo di estrarre vivi gli operai intrappolati nella miniera di carbone messicana di San Juan Sabinas, a quattro ore di macchina da Monterrey, non lontano dal Texas. L'unica speranza - alla luce del fatto che l'aria a disposizione è verosimilmente finita - è che filtri ossigeno dall'esterno, poiché il sistema di ventilazione è ancora in funzione.
I soccorritori, che non possono utilizzare le trivelle per il timore di nuovi scoppi come ha ammesso oggi Humberto Moreira, il governatore dello stato di Cohauila dove si trova la miniera, sono scesi finora a circa 500 metri di profondità; al disastro si aggiunge anche l'impossibilità di localizzare esattamente la posizione delle vittime. C'è chi sostiene che siano a un chilometro e altri a due e perfino cinque, poiché è impossibile conoscere in quali dei tanti cunicoli stavano lavorando.
A seguire i tentativi disperati di salvataggio sono presenti i familiari dei minatori dispersi che hanno hanno trovato rifugio in piccole tende di campagna o all'addiaccio avvolti in coperte per far fronte all'intenso freddo, che oscilla tra i cinque ed i dieci gradi. Per loro, che chiedono notizie, non ci sono risposte se non che si stanno usando pale e picconi: "E' impossibile fare altrimenti, poiché ricorrere alle trivelle potrebbe provocare altri scoppi", ha spiegato Sergio Robles, responsabile delle situazioni d'emergenza della compagnia Minerales Monclova che fa parte del Gruppo minerario messico, proprietario della miniera. Robles ha anche sottolineato che i soccorritori fanno fronte anche alle difficoltà causate dal fatto che nei cunicoli circolano gas tossici, monossido di carbonio compreso.
Tutto il Messico segue con il fiato sospeso la vicenda della miniera di San Juan Sabinas e Ruben Aguilar, il principale portavoce del presidente Vicente Fox, ha assicurato solidarietà da parte del governo e solidarietà con i parenti degli operai. D'altronde questa non è una zona nuova a tragedie analoghe: nella zona carbonifera di Cohaulia, nel 2001, un'altra esplosione di grisou ha provocato un crollo in una miniera intrappolando 12 minatori poi trovati morti e nel 2002 è avvenuto lo stesso in un'altra, in questo caso con 13 vittime.