Jill Carroll:"Fate tutto in fretta
"Vi prego, fate tutto quello che chiedono, il più in fretta possibile. C'è molto poco tempo": sono alcune delle poche parole che Jill Carroll, la giornalista americana rapita a Baghdad il 7 gennaio, pronuncia in un nuovo video in possesso di una tv privata del Kuwait, Al-Rai, e che la Cnn ha diffuso nella serata di giovedì. Sono immagini drammatiche, ma che danno speranza, perchè provano che Jill è ancora viva.
Nel video, breve e tecnicamente approssimativo, la Carroll - una free-lance che, al momento del rapimento, stava lavorando per il quotidiano Usa Christian Science Monitor dopo avere collaborato con molti media, americani e non dice, dopo un' incertezza sul giorno: "Oggi è giovedi' 2 febbraio". Il documento risalirebbe, dunque, a una settimana fa. Parlando in inglese, la giornalista afferma: "Sto bene. Vi prego, fate tutto quello che chiedono. Date loro tutto quello che vogliono il più rapidamente possibile. E' tutto"; e poi aggiunge "Abbiamo il tempo contato".
La giovane, 28 anni, appare vestita in modo islamico, con il volto incorniciato da un velo, come nel secondo video dalla sua prigionia, mentre nel primo aveva i capelli sciolti. La Carroll fa riferimento a una lettera scritta a mano e da lei inviata (e di cui la televisione kuwaitiana ha copia, ma che non intende diffondere). Giornalisti che seguono da vicino la vicenda notano la mancanza, stavolta, dalle immagini del logo del gruppo che ne aveva rivendicato il rapimento, le cosiddette 'Brigate della Vendetta': la circostanza lascia pensare che Jill potrebbe essere stata passata da un gruppo all'altro.
Il video diffuso in serata, sulla cui autenticità nessuno avanza dubbi, segue quelli trasmessi il 17 gennaio e il 30 gennaio, che erano stati entrambi diffusi dalla tv satellitare araba al Jazeera. Nel video del 17, la Carroll indicava che i suoi rapitori avevano fissato il termine del 20 gennaio, quindi un ultimatum di 72 ore, per la liberazione di tutte le donne irachene detenute dagli americani. Alcune di esse, cinque, sono state effettivamente liberate (il 26 gennaio), anche se le autorità americane affermano che la cosa è avvenuta indipendentemente dalle pretese dei rapitori della giornalista.
Nel video del 30, la Carroll, che due settimane prima appariva padrona di sé e tranquilla, era scossa e in lacrime e ripeteva l'appello alla liberazione di tutte le donne. Proprio giovedì, l'esercito americano ha indicato l'intenzione di liberare nei prossimi giorni 450 detenuti, senza indicare se vi saranno delle donne fra di essi. Fra la cinquantina di detenuti liberati la scorsa settimana, non c'erano state donne. Secondo fonti militari americane citate dai media a Baghdad, le donne irachene in mani americane sarebbero attualmente cinque, ma sui numeri c'è qualche incertezza. Il nuovo video non ha suscitato immediate reazioni a Washington, dove la Casa Bianca, il 20 gennaio, aveva detto che la liberazione della Carroll e' "una priorità maggiore" dell' Amministrazione Bush.