In Siria sabato incendiate 2 ambasciate
Non si fermano le proteste per le vignette satiriche su Maometto. Dopo l'assalto alle ambasciate danese e norvegese in Siria, per le quali la Casa Bianca ha puntato il dito contro il governo siriano ("lì non succede nulla senza che il governo approvi"), dalle prime ore di domenica sono in corso scontri tra i manifestanti islamici e la polizia e l'esercito davanti al consolato danese di Beirut, in Libano.
L'edificio al quale sono state appiccate le fiamme ospita anche le ambasciate di Cile e Svezia. La sede diplomatica è stata gravemente danneggiata dalle fiamme. Alcuni manifestanti hanno anche preso di mira l'edificio con un nutrito lancio di sassi mandando in frantumi i vetri di alcune finestre. Diverse autocisterne dei vigili del fuoco sono accorse sul posto per spengere l'incendio.
Intanto, continuano le proteste in tutto il mondo arabo, con manifestazioni per strada e proteste. A Istanbul è stata bruciata una bandiera danese da manifestanti al grido di "Allah è grande". Il fatto è avvenuto al termine di una manifestazione di circa 200 persone al parco di Sarachane nel quartiere fondamentalista di Fatih.
"Le lingue che offendono il profeta saranno tacitate", "Basta con le ostilità verso l'Islam", "Abrogazione del divieto del velo islamico", "Vignette mezzo di guerra psicologica" i principali slogan scritti sui cartelli ostentati dai dimostranti. Alla manifestazione era presente un cospicuo numero di poliziotti.
MANIFESTAZIONI ANCHE IN AFGHANISTAN
Almeno mille dimostranti hanno maniefstato anche in Afghanistan, chiedendo che i responsabili della pubblicazione, in Europa, delle caricature di Maometto vengano perseguiti. I dimostranti hanno anche chiesto la messa al bando dei media che hanno pubblicato le vignette. Il presidente afghano Hamid Karzai ha condannato le vignette ma ha anche chiesto agli afghani di avere il coraggio di perdonare.