Ufficiale in carcere accusa Casa Bianca
I militari americani accusati dei maltrattamenti ai danni dei prigionieri iracheni di Abu Ghraib subivano pressioni in questo senso direttamente dalla Casa Bianca e, in particolare, da collaboratori diretti del Consigliere per la Sicurezza Nazionale, Condoleeza Rice. Lo rivela il quotidiano Usa Today, che cita la deposizione del colonnello Steven Jordan, responsabile per l'intelligence nel carcere iracheno, ai militari che indagano sulle torture.
Jordan, che il quotidiano definisce però "un testimone non credibile al cento per cento", parla di "situazioni in cui avevo l'impressione che c'erano pressioni supplementari" per ottenere informazioni dai detenuti, tra cui una visita, nell'autunno scorso, di una delle collaboratrici della Rice.
Una visita - sostiene l'ufficiale - "incentrata unicamente sulle operazioni legate ai detenuti e sui rapporti" dopo gli interrogatori, durante la quale la necessità di migliorare i risultati delle operazioni di intelligence è stata ricordata "tante, tante, tante volte". Interrrogata dal quotidiano, la vice-consigliere contro il terrorismo della Casa Bianca, Fran Townsend, ha riconosciuto di avere trascorso circa due ore nel carcere, confermando di essere stata accompagnata da Jordan, ma sostiene di non avere mai parlato dei dettagli degli interrogatori né della necessità di ottenere maggiori informazioni dai prigioniieri.
La Townsend sostiene di essersi recata in Iraq soltanto per capire meglio qual è la natura degli oppositori antiamericani nel paese. Usa Today ricorda che Jordan è stato rimosso dall'incarico dal suo superiore, il generale Antonio Taguba, per avere mentito. Ma il quotidiano rileva che in nessun documento ufficiale proveniente da Washington viene chiesto esplicitamente ai militari in Iraq di trattare i detenuti in maniera umana.