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Un'Europa sconfitta dalle urne

Ida Magli su il Giornale

18 Giu 2004 - 11:33

C'è qualcuno che sicuramente ha perso in queste elezioni: l'Unione Europea. E se i partiti non fossero accecati, sia in Italia che nella maggioranza degli altri Paesi, dalla loro abitudine a non prendere minimamente in considerazione il parere dei popoli sul progetto dell'Europa, saprebbero che questo risultato è dovuto proprio agli errori che hanno compiuto durante la campagna elettorale perseverando nel non affrontare i problemi europei.
È questo il principale motivo per il quale sono stati soprattutto i partiti di governo a perdere consensi: l'impostazione ottimistica sulle elezioni e la meta di una firma della
Costituzione subito dopo, è stata attribuita ovviamente a chi ne aveva il potere, a chi stava al governo.

Guardiamo con obiettività ai singoli risultati delle votazioni da questo punto di vista. Prima di tutto l'affluenza. Da molti anni esiste un passaparola silenzioso sul fatto che, per esprimere il proprio dissenso nei confronti dell'Unione Europea, l'unica manovra possibile è non votare, ossia non legittimare con il voto (neanche bianco o nullo) una struttura di potere che è stata costruita dai politici senza la partecipazione e il consenso dei cittadini. I referendum, anche in quei Paesi dove sono previsti, sono, però, successivi alle decisioni già firmate dai governi. I politici, del resto, conoscono bene il significato di dissenso assunto dall'astensione, ed è questo il motivo per il quale tendono ad associare l'elezione europea a quella amministrativa locale.

I nuovi dieci Paesi entrati da poco si sono comportati nel modo più chiaro: l'affluenza è stata bassissima e i partiti più votati sono stati quelli contrari all'Unione. II motivo è evidente: non vogliono perdere la libertà e la sovranità nazionale, cose che non si comprano con i vantaggi economici che pure sono stati loro concessi. È un fatto di natura: nessun popolo è così imbelle da voler rinunciare alla propria indipendenza. Per lo stesso motivo è inutile cercare strane motivazioni alla caduta dei consensi verso Chirac.
Schroeder, Blair. Il sì o il no alla guerra, l'Irak, l'America: l'unica cosa che li accomuna è l'acceleratore messo all'Unione Europea, il rischio di veder firmata subito la Costituzione.

Nei Paesi dove è presente un partito dichiaratamente contrario all'Unione Europea. o si è votato quel partito, oppure ci si è attenuti all'astensione. Come sempre nei duemila anni della sua storia è un Paese particolare, e l'analisi quindi va fatta con strumenti diversi. Nella compagine di governo sono aumentati la Lega e l'Udc, partito dei cattolici. La Lega rappresenta l'unico partito italiano che, sia pure con titubanze spesso rientrate, ha espresso opinioni negative nei confronti dell'Unione e ha votato contro il mandato di arresto europeo. I cattolici, invece favorevoli all'Unione, sono aumentati affinchè possano premere all'interno del Parlamento Europeo sulle posizioni etiche che stanno a cuore alla Chiesa.

Alleanza nazionale, invece, sebbene con la visibilità e con il potere raggiunto da Fini, è rimasta al di sotto delle aspettative. Il motivo è facile da capire: troppo dalla parte dell'Europa e della sua Costituzione. La guerra non c'entra e il voto agli immigrati neppure: quelli sono temi che hanno apinto esclusivamente i voti delle sinistre. L'errore maggiore di Forza Italia è stato, invece, quello di parlare esclusivamente della politica interna. Ignorando i problemi dell Unione sui quali Berlusconi aveva lavorato molto e con entusiasmo come se fosse convinto che gli italiani la pensassero come lui.

Spiegare i voti delle sinistre è facilissimo: il comunismo è una forma mentis che di per sé tende all'eiiminazione delle differenze, fra popoli, fra religioni, fra costumi. L'Unione
Europea è un'idea comunista, o perlomeno finisce con l'esserlo. Per questo in Italia, contrariamente agli altri Paesi, non c'è stata una forte astensione. Tutti i partiti della sinistra, comunisti doc oppure no, sono comunque internazionalisti, globalisti, e cosa meglio dell'Unione Europea per mischiarci nel disordine delle lingue, ritrovarsi al di là delle nazioni, delle patrie, delle culture? Malgrado nessuno abbia mai voluto riconoscerlo è stata l'Unione Europea che ha fatto vincere le elezioni a Prodi nel suo scontro con Berlusconi, e se adesso la sua lista appare un po' appannata è perché chi è comunista non ha più nessuna remora nel dirlo, e preferisce votare per i partiti più agguerriti in questo senso, senza il pericolo di qualche titubanza.

Questa è la situazione. Il problema europeo va messo sul tappeto e discusso a viso aperto è un problema enorme. Non è giusto mischiare la situazione politica interna con quella dell'Unione. Siamo convinti che Forza Italia non insisterà in questo errore.

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