G8, accordo tra Bush e Blair
"La Nato deve essere coinvolta in Iraq: lo è già e deve auspicabilmente esserlo di più": lo ha detto il presidente americano George W. Bush, dopo avere fatto la prima colazione con il premier britannico Tony Blair. L'indicazione di Bush è stata condivisa da Blair, che ha però insistito sull'esigenza di mettere gli iracheni in grado di garantire la loro sicurezza. Il che fa pensare, per la Nato, al ruolo di addestramento già ipotizzato.
"Lavoreremo con i nostri amici della Nato almeno per mantenere il ruolo attuale e, è sperabile, per accrescerlo un po'", ha detto il presidente Usa al premier britannico. Prima dell'apertura dei lavori del G8 Bush aveva espresso la propria idea anche al cancelliere tedesco Gerhard Schroeder, il quale ha manifestato una certo sostegno alla proprosta.
Diversi paesi membri della Nato, Italia compresa, hanno truppe in Iraq, ma l'alleanza in quanto tale non ha compiti formali e c'è una certa resistenza ad assumerne, visto l'impegno già gravoso in Afghanistan.
L'Iraq, insomma, continua a essere un tema dominante, dopo l'approvazione, all'unanimità, della nuova risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'Onu. Nonostante il varo della risoluzione, gli Stati Uniti hanno ormai rinunciato a ottenere più truppe per l'Iraq da Paesi come Francia, Germania, Canada e Russia, che erano contrari alla guerra. Bush ha detto d'aspettarsi che ogni Paese contribuisca alla ricostruzione e alla sicurezza dell'Iraq "come si sente a suo agio". L'idea di un coinvolgimento della Nato nell'addestramento in Iraq potrebbe essere perfezionata al Vertice dell'Alleanza, a fine mese, a Istanbul.