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Iraq, via libera alla risoluzione

Bush ha l'ok di Francia e Germania

07 Giu 2004 - 08:11

Potrebbe essere martedì il giorno decisivo per l'ok alla risoluzione anglo-americana sull'Iraq. Questa, almeno, la speranza di George W. Bush, che, tornato dal suo viaggio europeo con il via libera di Francia e Germania, punta ora a chiudere la questione prima del vertice del G8, in programma tra due giorni a Sea Island, in Georgia. Oggi verrà consegnata la bozza definitiva che definisce il futuro dell'Iraq dal passaggio dei poteri del 30 giugno.

Decisivo, in questo senso, potrebbe essere l'incontro dei quindici al Palazzo di vetro con l'inviato di Kofi Annan in Iraq, Lakhrad Brahimi.

La svolta
Due, essenzialmente, i motivi della svolta. In primo luogo il sì strappato dal presidente americano, George W. Bush, da Francia e Germania a conclusione del suo viaggio in Europa. Quindi le lettere recapitate al Consiglio di sicurezza, e già esaminate domenica, dal primo ministro iracheno Iyad Allawi e dal segretario di Stato Usa, Colin Powell. Questo il contenuto: Baghdad autorizza le forze militari guidate dal Pentagono a usare ogni mezzo necessario per garantire la pace. Powell, dal suo canto, avalla la nuova leadership irachena anche se insiste sul "diritto", da parte dei soldati americani, di arrestare gli iracheni in caso di necessità. Né Powell né Allawi chiariscono cosa accadrà nel caso in cui dovessero sorgere contrasti. Le missive saranno allegate alla quarta e definitiva stesura della risoluzione e dovrebbero essere sufficienti a sancirne l'approvazione da parte del Consiglio di sicurezza dell'Onu.

L'ultimo ostacolo
Se Francia e Germania hanno dato il via libera, resta ancora da capire quale sarà la posizione di Russia e Cina, gli ultimi oppositori alla bozza di risoluzione presentata da Stati Uniti e Gran Bretagna. Il problema principale potrebbe essere la loro intenzione di non accelerare i tempi per cercare di ottenere l'allargamento dei margini di sovranità di Baghdad. Tanto basterebbe a rinviare il sì a dopo il G8 di mercoledì. Proprio al riguardo il vice-ministro degli Esteri Yuri Fedotov,  ha spiegato: "Le intense consultazioni diplomatiche, incluse quelle di sabato e domenica, hanno portato ad ulteriori, positivi cambiamenti nella bozza di risoluzione anglo-americana. Tuttavia - ha aggiunto Fedotov - su alcune questioni bisogna ancora coordinarsi" con i membri del Consiglio di Sicurezza. Un'altra mina vagante è rappresentata dalla posizione dei curdi, che hanno chiesto espressamente che la nuova risoluzione contenga un riferimento chiaro alla loro autonomia nel nord dell'Iraq. In caso contrario, minacciano, l'unità del paese continuerebbe ad essere a rischio.

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