Osama studiava appartamenti esplosivi
Il piano era semplice: affittare due apprtamenti in tre dei principali grattacieli di Chicago, sigillarli e riempirli di gas naturale per poi farli esplodere in contemporanea grazie a dei timer. Era questo il piano messo a punto da Al Qaeda e che è stato sventato grazie all'arresto del braccio operativo di Osama nella città americana, Josà Padilla.
Padilla, che si faceva chiamare Abdullah al-Mujahir, è rinchiuso da due anni in una prigione americana perche' accusato di essere un "combattente nemico". Solo ora, però, gli investigatori sono riusciti a capire quale fosse stato il suo compito: "Portare a termine una missione in america per conto di uno dei capi di Al Qaeda, Mohammed Atef".
Il terrorista doveva far saltare in aria appartamenti impiegando gas naturale. Catturato dall'Fbi a Chicago nel maggio del 2002, appena tornato dal Pakistan, Padilla avrebbe potuto contare sulla complicità di un saudita, Adnan el-Shukrijumah, già nel mirino dei federali. "Padilla e il suo complice avrebbero dovuto individuare almeno tre grattacieli a uso residenziale che avessero forniture di gas in ogni piano" ha aggiunto Comey, "poi avrebbero affittato due appartamenti in ogni edificio, sigillato le porte e le finestre, aperto il gas e piazzato timer per causare esplosioni simultanee".
Padilla, un tempo membro di una gang giovanile di Chicago e poi convertito all'islam, era riuscito ad avvicinare un esponente di al Qaeda, Abu Zubaydah, e gli aveva proposto di far esplodere una bomba atomica che diceva di essere in grado di costruire grazie alle istruzioni trovate su Internet. Zubaydah non era convinto e gli propose di impiegare, invece, una 'bomba sporca'. Ma questo progetto fu scartato da un altro esponente di Al Qaeda, Khalid Sheikh Mohammed, presunta 'mente' degl attentati dell'11 settembre, che suggerì l'idea degli 'appartamenti esplosivi' da far saltare a New York o, in alternativa, a Washington o in Florida.
Le istruzioni di Mohammed erano molto precise: Padilla doveva affittare appartamenti confinanti con i pilastri portanti degli edifici e doveva rivestire la parete che vi poggiava con pannelli di alluminio che avrebbero assorbito il grosso dell'esplosione e avrebbero trasmesso la forza dell'impatto alla struttura.