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Caso Datagate, scontro tra Putin e Casa Bianca
Snowden: "Se succede qualcosa svelo dossier"

Gli Stati Uniti chiedono lʼimmediata espulsione della talpa del Datagate. Replica Mosca: "Non ci sono accordi bilaterali, per noi è un uomo libero". Intanto lʼex consulente della Nsa ha criptato i suoi file e inviato istruzioni ai suoi amici per renderli pubblici in caso "succedesse qualcosa"

Ap/Lapresse

Botta e risposta tra Washington e Mosca. "La richiesta di estradizione di Edward Snowden si fonda su chiare basi legali", dice la Casa Bianca al presidente russo. Vladimir Putin aveva spiegato la mancata estradizione della talpa del Datagate, che ha fatto scalo dopo la "fuga" da Hong Kong a Mosca, che non esistono "trattati in materia" tra i due Paesi e che Snowden "è libero". Ma Washington non ci sta e chiede l'immediata espulsione di Snowden.

Il piano B di Snowden: "Rendere noti i dossier" -  Intanto Edward Snowden ha pronto un "piano B". Il giovane hacker ha consegnato a persone di fiducia i file criptati dei segreti strappati al governo di Washington: se qualcosa di brutto dovesse succedergli i documenti verrebbero resi di pubblico dominio. Lo ha detto al sito The Daily Beast Glenn Greenwald, l'attivista-blogger del Guardian che ha veicolato le scoperte di Snowden. "Edward ha preso precauzioni estreme per garantirsi che parecchie persone in varie parti del mondo avessero gli archivi e assicurare che le storie saranno inevitabilmente pubblicate", ha detto Greenwald aggiungendo che i destinatari dei file non li possono ancora aprire perche' non hanno la password. Se però qualcosa dovesse succedere a Snowden, "mi ha detto che ha organizzato le cose in modo che potranno accedere agli interi archivi".

I russi fanno muro a Obama - Nonostante la mancanza di un trattato per l'estradizione con la Russia, esistono "chiare basi legali" per espellere Snowden dal Paese "sulla base dello status dei suoi documenti di viaggio e delle accuse nei suoi confronti", afferma la portavoce americana Caitlin Hayden.

L'imbarazzo dunque è sempre più forte per il presidente Barack Obama. Gli Stati Uniti - beffati prima dalla Cina, che ha lasciato scappare la superspia del Datagate Edward Snowden, poi dalla Russia, che non ha nessuna intenzione di estradarlo verso gli Usa - appaiono impotenti, anche se la Casa Bianca alza i toni, chiedendo alla Russia di espellere Snowden "immediatamente, senza indugi".

E per Obama si fa sempre più infuocata la crisi innescata dall'ex consulente della Nsa sul fronte internazionale, ma anche sul fronte interno, con le polemiche sulla gestione della vicenda che continuano a montare. Polemiche che oggi affiorano sulla stampa, con dichiarazioni di esponenti politici repubblicani, ma anche democratici.

Intanto l'opposizione attacca il presidente Usa - Ma apparentemente la vicenda Snowden ha rinfocolato anche una serie di critiche che da tempo si fanno sempre più pressanti. Non sono passati nemmeno sei mesi da quando è iniziato il secondo mandato e la presidenza Obama è in una "zona morta", scrive Politico, che cita una serie di recenti battute d'arresto per il presidente e che ha ascoltato diversi esponenti politici - repubblicani e democratici - secondo cui cinque anni di esperienza, da quando Obama è alla Casa Bianca, hanno mostrato che non ci sono serie conseguenze politiche o personali per chi si mette di traverso sulla strada del presidente.

Una visione che il senatore repubblicano John McCain, mai tenero con Obama, allarga a livello internazionale. "In cinque anni abbiamo mandato al mondo il segnale che noi guidiamo da dietro, che siamo impotenti, che non agiamo quando diciamo che agiremo", ha affermato, parlando dagli schermi della Cnbc. "Ciò di cui abbiamo bisogno - ha detto - è mostrare più leadership". E anche secondo l'ex candidato vicepresidente Paul Ryan, la vicenda Snowden "mostra un'amministrazione che appare ogni giorno di più incompetente".