Scavalcate le norme etiche introdotte negli anni settanta in risposta allo scandalo del Watergate
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Sono 73 i membri del Congresso (il parlamento Usa) che hanno beneficiato delle misure di cui sono stati promotori durante la loro attività di legislatori. E' quanto emerge dall'analisi dei redditi e dei patrimoni di tutti i 535 membri di Camera e Senato negli Stati Uniti condotta in due diverse puntate dal quotidiano Washington Post.
Le norme etiche introdotte negli anni settanta, ammorbidite rispetto a quelle originali scritte in risposta allo scandalo del Watergate, consentono a deputati e senatori di promuovere leggi da cui poi possono trarre beneficio. Il patto è che chi siede negli scranni del parlamento americano non sia l'unico a beneficiarne, ovvero se vengono coinvolte altre persone o società dello stato in cui sono stati eletti.
I CAVALLI DA CORSA
In questa categoria rientrano tutti i casi esaminati, a partire da quello di Dennis Cardoza, deputato democratico della California, che ha acquistato sette cavalli da corsa subito dopo aver promosso nel 2008 una legge che diminuiva in modo significativo il carico fiscale per i proprietari di cavalli da corsa.
"Amavo i cavalli da corsa sin da quando ero bambino e andavo regolarmente alle corse con mia madre. Dopo la sua morte nel 2007, due anni dopo ho usato parte dell'eredità per acquistare gli animali di cui eravamo entrambi appassionati", ha spiegato Cardoza, che nel frattempo ha rassegnato le dimissioni dal Congresso per lavorare a tempo pieno per l'associazione dei proprietari di cavalli da corsa della California, al Washington Post, precisando di aver ripetutamente chiesto il parere della commissione etica e di aver ricevuto il via libera.
LA COMMISSIONE ETICA E in effetti, la commissione etica di entrambe le camere viene interpellata molto spesso. Fra il 2007 e il 2011, i legali di entrambe le commissioni hanno fornito almeno 2.800 pareri scritti, inviato 6.500 e-mail con consigli, ed espresso pareri al telefono 40milavolte. Da consigli, ma raramente prende provvedimenti. Tanto che le commissioni sono definite "di protezione" piuttosto che di controllo.