Il verdetto delle urne del voto di ieri in Venezuela ha confermato la portata storica ormai acquisita da Hugo Chavez, che è riuscito a imporre la sua personalità espansiva, carismatica e spesso spigolosa
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Venti anni al potere, battendo l'opposizione e il tumore. Il verdetto delle urne del voto di ieri in Venezuela ha confermato la portata storica ormai acquisita da Hugo Chavez, l'ex militare che è riuscito a imporre la sua personalità espansiva, carismatica e spesso spigolosa, così come il progetto bolivariano di un "socialismo del XXI secolo" in uno dei principali Paesi dell'America Latina, tra le potenze mondiali delle riserve di petrolio.
Leader politico con caratteristiche da "show man" (canta, balla, suona le percussioni, distribuisce ordini a i suoi ministri, tutto in diretta tv, sempre vicino al pubblico, secondo il modello del suo programma "Alò, presidente") Chavez è sempre stato posseduto da un'ostinata volontà di imporsi, ereditando il ruolo dal suo amico Fidel Castro, come il leader dell'America Latina antimperialista, la spina nel fianco di Washington.
14 anni alla guida del Venezuela
Nei suoi 14 anni al potere, il 58enne leader "bolivariano", che non nasconde la tentazione di voler guidare il Venezuela fino al 2031, ha cambiato radicalmente la faccia del Paese: per i suoi oppositori è un volgare demagogo, che nasconde il suo autoritarismo nella retorica populista, ma per i suoi sostenitori è un autentico rivoluzionario, l'incarnazione della rivincita contro le "politiche neoliberali" e "l'imperialismo" che hanno dominato per lunghi anni la politica locale.
L'ex militare diventato presidente
L'ex colonnello paracadutista è sempre stato una miscela di battagliero e sognatore: nato il 28 luglio 1954 a Sabaneta, nello stato di Barinas (est del Paese) da una famiglia di insegnanti di campagna, Chavez è entrato presto nell'esercito. Amava, e continua ad amare, il baseball, ma la sua vocazione sportiva si è vista superata da quella politica quando a 21 anni rimase affascinato dalla figura di Simon Bolivar, l'eroe della liberazione latinoamericana, e decise che sarebbe non solo un uomo di potere, ma anzitutto un uomo di potere che e' rimasto un uomo del popolo.
Leader del socialismo del XXI secolo
Sempre al fianco di Cuba sullo scenario internazionale e prodigando simpatie ad ogni nazione che in qualche modo sfidi il potere a stelle strisce (Siria, Iran, Bielorussia), negli ultimi tempi Chavez è dato al ribasso, e non solo per i suoi problemi di salute: a fare ombra al Venezuela c'è un altro modello di socialismo latinoamericano, quello, più moderato e "presentabile", del Brasile, ormai promosso al rango di big dell'economia mondiale.
La battaglia contro il tumore
In quanto al misterioso tumore del quale Chavez è stato operato tre volte in meno di un anno, lo ha appartato dai riflettori solo a tratti: il presidente si è via via ripreso e di fatto nella campagna elettorale per le presidenziali il tema della sua malattia è andato indebolendosi fino a sparire. Con i capelli ricresciuti dopo le prime chemioterapie, durante la campagna elettorale ha puntato su un'immagine energica e di rinnovata salute. "Giuro che vivrò e vi accompagnerò verso nuove vittorie", ha detto tempo fa, ammettendo però che "non sono immortale".