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Assange parla dall'ambasciata di Londra
"Grazie all'Ecuador: ha scelto la giustizia"

Appello a Obama: "Faccia qualcosa. LʼFbi rinunci alle minacce contro Wikileaks". La Svezia, intanto, chiarisce: "Non estradiamo in Paesi con la pena di morte"

Ansa

"Ringrazio l'Ecuador per l'asilo e l'aiuto nonostante le minacce che sono state fatte nei loro confronti". Lo ha detto Julian Assange dal balcone dall'ambasciata dell'Ecuador a Londra, aggiungendo: "E' una coraggiosa nazione, ha preso una posizione per la giustizia". E poi ha ribadito: "I cittadini sono impauriti dal timore di essere perseguitati. Bisogna dire basta: Obama faccia qualcosa, l'Fbi rinunci a minacce contro Wikileaks".

Appello agli Usa: basta caccia alle streghe
Gli Stati Uniti devono rinunciare alle minacce a Wikileaks. Chi minaccia Wikileaks minaccia la libertà di espressione, ha detto ancora il padre di Wikileads, che ha lanciato questo appello agli Usa: "C'è ancora oppressione, bisogna restare uniti contro l'oppressione. Obama, ferma la caccia a Wikileaks".

Assange, che ha parlato per sei-sette minuti dal balcone dell'ambasciata dell'Ecuador di Knightsbridge, non poteva in teoria fare dichiarazioni politiche (è questa una condizione dell'asilo concesso dall'Ecuador) ma le critiche fatte a vari governi, e a quello degli Stati Uniti in particolare, erano politicamente provocatorie.

"Gli Usa cambino rotta"
"Gli Stati Uniti devono tornare indietro sulle loro decisioni, devono capire che non devono perseguitarmi, non devono perseguitare la democrazia, devono capire che vanno contro una persona che sta cercando di dire la verità", ha detto ancora Assange.

"Grazie ai popoli che mi hanno sostenuto"
"Grazie all'America Latina - ha continuato il numero uno di Wikileaks, nella sua prima apparizione dopo due mesi di silenzio - per aver difeso il diritto di asilo e grazie al popolo Usa, britannico, australiano e svedese per avermi appoggiato anche se i loro governi non lo hanno fatto".

"Libertà per Bradley Manning"
Assange ha anche ricordato le condizioni di detenzione in cui è costretto Bradley Manning, il soldato americano che avrebbe passato ad Assange i file segreti della diplomazia americana. "Manning è un eroe - ha detto - e deve essere liberato".

Pussy Riot, un esempio
E ancora, Assange ha avuto parole di solidarietà anche per le Pussy Riot, dicendo che la loro condanna a Mosca è un esempio di "unità nell'oppressione". E ha aggiunto che "ci deve essere determinazione e unità nella risposta".

Svezia: "Non estradiamo in Paesi dove vige la pena di morte"

La legge svedese vieta l'estradizione in un Paese dove è in vigore la pena di morte. Quindi Julian Assange non dice la verità quando spiega di non voler andare in Svezia perché teme di essere poi estradato negli Usa, dove rischia la pena capitale. A chiarirlo è il ministro svedese Carl Bildt. In Svezia Assange deve rispondere dell'accusa di duplice stupro.