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Van Rompuy: "Sul fondo Esm si procede"
Ma la Merkel frena: "Rispettare il dissenso"

Per il presidente permanente del Consiglio europeo "non basta il blocco di alcuni Paesi" per far saltare le procedure concordate al vertice di Bruxelles. Ma il cancelliere tedesco è più possibilista: "Gli esiti non sono così chiari, e le decisioni non vanno prese oggi"

Ap/Lapresse

Per bloccare le decisioni sull'uso del fondo salva Stati Esm non basta il "no" di alcuni Paesi: a sostenerlo è il presidente permanente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, parlando al Parlamento europeo. "Per il nuovo Esm è prevista una procedura precisa, alcuni Paesi non possono bloccare certe decisioni", ha detto. E sebbene "molto lavoro resta da fare", sulle "pietre fondamentali c'è ampio consenso".

Per il cancelliere tedesco, Angela Merkel, invece, "le decisioni dei singoli Paesi vanno rispettate". La Merkel ha spiegato che, mentre ci potrebbe essere un dibattito sull'efficienza di queste operazioni, non c'è bisogno di prendere decisioni oggi. "Dobbiamo ancora fare chiarezza sulle decisioni prese al vertice di Bruxelles", ha sottolineato, facendo anche notare che per ora, in merito all'uso dell'Esm in funzione di scudo antispread, "nessuna concreta domanda è stata presentata".

La marcia indietro di Olanda e Finlandia sui risultati del vertice europeo di Bruxelles ha sollevato critiche anche al Parlamento europeo di Strasburgo riunito in sessione pleniaria. Da Madrid il ministro spagnolo dell'Economia, Luis de Guindos, ha volto puntualizzare che le decisioni del vertice sono state "chiare" e "adottate all'unanimità", dopo che ieri i governi olandese e finlandese hanno detto di voler bloccare l'acquisto di titoli pubblici sul mercato secondario da parte del nuovo fondo europeo Esm.

"I primi ministri di Olanda e Finlandia ovviamente non stavano ascoltando. C'è qualcosa di diverso fra quanto detto in patria e a Bruxelles", ha invece dichiarato in aula a Strasburgo il capogruppo socialista Hannes Swoboda. "Questi due primi ministri devono riconoscere quanto hanno firmato a Bruxelles". L'ex primo ministro belga, il liberale Verhofstadt, ha dal canto suo avvertito che l'incertezza può mettere in dubbio i risultati del vertice.

La Commissione ha tentato di gettare acqua sul fuoco, con un portavoce che ha fatto notare come l'Esm possa "approvare decisioni urgenti necessarie per salvaguardare l'euro" con il sì dei Paesi che detengono l'85% dei capitali del fondo: Finlandia e Olanda contribuiscono assieme solamente al 7,5% del fondo salva Stati.