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Le Pussy Riot: "Entreremo in politica Nel Parlamento russo contro Putin"

Scatta da Berlino lʼappello a "combattere fino alla fine". Duro attacco al presidente russo: "Un regime debole che non sa riconoscere i suoi errori". Via alla campagna per liberare i prigionieri politici

Nadia Tolonnikova,Maria Alyokhina,pussy riot
ansa

Le Pussy Riot annunciano il loro ingresso in politica. Il primo passo sarà quello di fondare un'organizzazione, che si chiamerà "Zona del diritto" e avrà come scopo la liberazione dei prigionieri politici russi. "Sì, cercheremo di entrare in Parlamento a Mosca", hanno detto infatti Nadeschda Tolokonnikowa e Marija Aljochina, sottolineando di voler "combattere fino alla fine" e di "non aver paura di dire la verità e di rompere il silenzio".

L'annuncio è stato dato alla Berlinale, dove le Pussy Riot hanno tenuto una conferenza stampa, accanto al nipote di Nelson Mandela, in vista di un gala nella capitale tedesca, promosso dal festival, dedicato al tema "cinema for peace".

Scatta dunque da Berlino l'accorato appello delle due ragazze a "combattere fino alla fine" e a "non aver paura di dire la verità e di rompere il silenzio". "Non abbiamo niente contro la religione - riprendono -. Al contrario, vogliamo difenderla dal governo".

E poi, arriva il duro attacco contro il presidente russo: "Si tratta di un regime debole, che non è in grado di riconoscere i suoi errori. Questo è il regime di Vladimir Putin".

Raccontando le molte "pressioni" subite nel loro Paese, dai loro avvocati e dalle loro famiglie, le Pussy Riot hanno infine risposto a una domanda sull'amnistia: "Abbiamo due anni di carcere alle spalle. L'amnistia è solo un modo che Putin ha trovato per ripulire la sua immagine a livello internazionale. In realtà tra i prigionieri politici sono pochissimi quelli che possono beneficiarne e uscire dal carcere. Sono circa 863mila i prigionieri politici, soltanto un migliaio gode dell'amnistia".