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Xenoblade Chronicles 2 - La recensione

Il Natale di Nintendo Switch si arricchisce di un grande gioco di ruolo giapponese.

Xenoblade Chronicles 2 - La recensione - foto 1
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Xenoblade Chronicles 2, atteso come un vero e proprio messia per gli appassionati di giochi di ruolo, è finalmente disponibile per Nintendo Switch.

Seguito degli osannati Xenoblade Chronicles per Wii e Xenoblade Chronicles X per Wii U, l'ultimo nato in casa Nintendo non delude le aspettative, distinguendosi come un gioco ricchissimo di cose da fare e luoghi da visitare. Uno degli aspetti positivi del titolo sta nella sua autonomia narrativa: non è necessario, infatti, conoscere gli altri episodi della saga per goderne appieno, rendendolo perfettamente accessibile anche a chi volesse iniziare la serie partendo da qui.

Il mondo di Alrest, teatro degli eventi narrativi, è sospeso su un mare di nuvole, in un'ambientazione idilliaca e fiabesca. In realtà le strutture galleggianti sulle quali si muovono i protagonisti sono giganteschi titani, esseri millenari sopravvissuti a un'atroce e antichissima guerra, che si presentano come vere e proprie isole viventi. Xenoblade Chronicles 2 cerca, fin dai primi momenti, di espandere i propri orizzonti, sia riguardo la giocabilità che in termini di narrazione, donandoci una storia appassionante e un sistema di combattimento ricco ed elaborato. Fortunatamente le lotte rimangono accessibili a tutti, ma non per questo risultano banali, soprattutto per il modo graduale con cui ogni elemento viene introdotto.

Nell'universo di gioco esistono degli esseri del tutto particolari, i Gladius, forme di vita legate indissolubilmente ai Ductor, guerrieri di varia natura. Il loro destino è quello di lottare insieme. Rex e Pyra, i protagonisti della storia, sono rispettivamente un Ductor e la sua Gladius, e il fato li condurrà alla ricerca di un antico paradiso, perduto nei meandri del tempo.

Xenoblade Chronicles 2 - La recensione - foto 2
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Il gioco punta chiaramente sul fascino quasi irresistibile del proprio mondo: le maree celesti in grado di intralciare o favorire l'esplorazione, la ricerca e l'uso dei vari Gladius, le regioni sempre diverse, che si tratti piccoli paesi o giganteschi centri abitati. Il desiderio di esplorazione è sempre vivo e trascinante. Il sistema di combattimento, che si innesca senza interruzioni semplicemente avvicinandosi al nemico, prevede l'uso di tre Ductor, ciascuno dotato di altrettanti Gladius.

Le battaglie mescolano elementi di combattimento in tempo reale con i classici scontri a turni: di fatto i protagonisti effettuano automaticamente una serie di colpi e sta a noi posizionarci a dovere perché i colpi siano particolarmente efficaci. Senza poi scordarsi delle abilità: sono il vero cardine del sistema di combattimento e vanno apprese col passare del tempo. Ogni Ductor ha diversi poteri, in linea con la propria natura, e pur non differenziandosi in vere e proprie classi, ogni protagonista possiede determinate attitudini che è opportuno favorire.

La ricchezza di ogni elemento che impreziosisce l'esperienza di gioco è davvero esaltante, afferrandoci e tenendoci praticamente legati allo schermo: il trascorrere delle ore, con un ciclo giorno/notte scandito in tempo reale, ci permette di raggiungere determinati posti solo in specifici momenti, senza contare l'aggressività della fauna nelle ore notturne o la semplice bellezza di un paesaggio lacustre su cui si riflettono le stelle. La ricerca dei “cristalli nucleici”, a cui è legata la nascita e l'assegnazione dei Gladius, non è accomunabile alla collezione compulsiva dei Pokémon, per fare un esempio senza uscire da casa Nintendo. Si tratta invece di una caratteristica portante della trama, con un accento posto dagli sceneggiatori sul rapporto tra guerriero e guardia del corpo, padrone e servitore, in un amalgama che sa regalare anche messaggi piuttosto maturi.

Il potenziamento dei personaggi avviene come nei classici giochi di ruolo, la differenza è che le abilità necessitano di punti abilità, chiaramente, e le caratteristiche fisiche di punti esperienza da distribuire in uno schema ad albero ricco di scelte.

Lo stile grafico è tipicamente giapponese e riprende lo stile dei classici anime (i cartoni animati nipponici, appunto). Questo può essere visto come un pregio o un difetto, a seconda dei gusti, tuttavia l'aspetto dei personaggi e realizzato con cura. Il fiore all'occhiello di Xenoblade Chronicles 2, tuttavia, è nella maestosità dello scenario totalmente esplorabile, caratterizzato da fantastici paesaggi e ricchi di animali esotici. Anche il sonoro, con un discreto doppiaggio in inglese, ma soprattutto grazie a una colonna sonora davvero ispirata, si rivela di altissima qualità.

Con una narrazione dallo stile fiabesco ma non per questo infantile, un gigantesco universo da esplorare e una grafica che non perde colpi nemmeno in modalità portatile (eccetto che per una risoluzione un po' più bassa), Xenoblade Chronicles 2 è un gioco irrinunciabile per gli amanti dei giochi di ruolo e anche un'ottima occasione per chiunque volesse avvicinarsi a questo genere.



Come lo abbiamo giocato

Abbiamo giocato a Xenoblade Chronicles 2 su Nintendo Switch grazie a un codice fornitoci direttamente dal distributore. L'abbiamo testato su un televisore Samsung LE32B460B2W per 82 ore, di cui una dozzina, circa, in versione portatile.

Può piacere a chi…
… a chi ama i giochi di ruolo
… agli appassionati di anime giapponesi
… a chi desidera un'avventura lunga e appassionante

Potrebbe deludere chi…
… chi non ama lunghe sequenze narrative
… chi non gradisce tantissimo testo da leggere
… chi non apprezza le atmosfere giapponesi

Xenoblade Chronicles 2 è consigliato a un pubblico di età superiore ai 12 anni.

 


 

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