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I videogiochi aiutano a combattere l'obesità secondo uno studio della Louisiana State University

Gli exergame, i cosiddetti "videogiochi attivi", hanno permesso ad alcuni bambini sovrappeso di migliorare la propria condizione fisica

I videogiochi aiutano a combattere l'obesità secondo uno studio della Louisiana State University - foto 1
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I videogiochi alimentano uno stile di vita sedentario? Tutt'altro, secondo un recente studio condotto dal Pennington Biomedical Research Center della Louisiana State University, che ha dimostrato come proprio grazie ai videogiochi un gruppo di bambini sovrappeso sia riuscito a migliorare la propria condizione e perdere peso.

I risultati dello studio GameSquad, condivisi sul periodico Pediatric Obesity, hanno confermato come grazie agli exergame (i cosiddetti "videogiochi attivi") alcuni bambini tra 10 e 12 anni siano riusciti a incrementare l'attività fisica, ridurre la massa corporea e il tasso di colesterolo.

Il tutto, vale la pena sottolinearlo, grazie a un programma mirato che fa dei videogiochi un mezzo per incentivare i pazienti a cambiare abitudini e fare attività fisica divertendosi.

Lo studio ha visto la partecipazione di 46 pazienti sovrappeso o affetti da obesità tra 10 e 12 anni, suddivisi equamente in bambini e bambine. Metà dei pazienti, scelta casualmente dallo studio, è stata affidata a un classico gruppo di controllo, mentre l'altra metà ha fatto parte di un gruppo sperimentale, il cui obiettivo era di fare 60 minuti di attività fisica sfruttando gli exergame.

Ai fini dello studio, i 23 bambini del gruppo sperimentale hanno ricevuto una console Xbox 360 con la periferica Kinect (che già in passato aveva dato prova di essere utile per aiutare i pazienti malati di Parkinson) e quattro exergame come Your Shape: Fitness Evolved 2012, Just Dance 3, Disneyland Adventures e Kinect Sports Season 2. Muniti di un Fitbit per monitorare il proprio allenamento quotidiano e di una sorta di "libro delle imprese" con gli obiettivi da portare a termine, i ragazzi del gruppo da gioco hanno trascorso sei mesi a utilizzare i videogiochi come attività fisica, impegnandosi per 60 minuti al giorno in compagnia di un amico o di un familiare.

Per quanto riguarda il gruppo di controllo, lo studio prevedeva che nessuno dei partecipanti facesse nulla di diverso rispetto alle proprie abitudini quotidiane. Delle 23 famiglie impegnate nel gruppo sperimentale solo una non ha completato il percorso semestrale, mentre per le altre i risultati sono stati sorprendenti: l'indice di massa corporea nei ragazzi di questo gruppo si è ridotto del 3% circa, mentre al contrario il gruppo di controllo ha fatto registrare un incremento medio dell'1%.

Ancora più evidenti i riscontri per quanto riguarda il colesterolo, che nei bambini del gruppo sperimentale è sceso del 7% mentre in quello tradizionale è salito della medesima percentuale. Merito senza dubbio di una maggiore proprensione all'attività fisica, che nel gruppo sperimentale è aumentata del 10% per tutta la durata dello studio, mentre nel gruppo di controllo si è ridotta del 22% nell'arco dei sei mesi. I genitori dei bambini appartenenti al gruppo sperimentale sono stati a stretto contatto con i ricercatori del Pennington Biomedical, con sessioni di video chat periodiche per valutare l'andamento e i progressi dei pazienti.

Al termine dei sei mesi, per il gruppo di controllo è stato tempo di affrontare il percorso inverso: i restanti 23 bambini infatti hanno ricevuto una Xbox 360 con periferica Kinect e i quattro exergame succitati al fine di ripercorrere lo stesso cammino di quello sperimentale e replicare il successo dello studio GameSquad. Uno studio che ha confermato nuovamente come i videogiochi non siano necessariamente un male e che, se utilizzati nel modo corretto, possono al contrario risultare un grande mezzo con cui raggiungere dei traguardi impensabili.

 


 

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