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Le Olimpiadi… in tavola

I sapori delle montagne torinesi

07 Feb 2006 - 17:43

Le Olimpiadi di Torino 2006 rappresentano una vetrina unica per promuovere i prodotti enogastronomici del territorio, ma anche per gustare delizie fuori dal comune e scoprire sapori e tradizioni di antica origine.

Secondo gli organizzatori, in occasione delle gare olimpiche saranno offerti ai partecipanti 120 mila pasti al giorno, mentre si calcola che saranno stappate 250 mila bottiglie di vino. Il territorio in cui si svolgono i Giochi, ossia le valli di Susa, del Sangone e del Pinerolese, è sicuramente uno dei più suggestivi della provincia di Torino, ricco di veri tesori della cultura enogastronomia. Tra gli elementi base della tradizione alimentare di questa regione, presenti in tutte le preparazioni, semplici o elaborate, si trovano sempre patate, verdure, mais, farro, segale, polenta, carne di manzo o agnello. Ci sono poi i salumi, come il Culaccia e lo Strolghino, e i formaggi,  come il celebre Reblochon della Novalesa, dalla pasta morbida e gustosa. Tra i secondi piatti, cinghiale, cervo e capriolo hanno sempre un ruolo di primo piano. Infinita anche la varietà dei dolci, fra i quali spiccano gianduiotti e "bicerin", prelibatezze tipiche di Torino, città di grande tradizione cioccolatiera.

Le valli teatro delle Olimpiadi offrono anche una vasta gamma di vitigni, dei quali il più tipico è quello dell’Avanà, in Val di Susa. Si tratta di una varietà  molto particolare, della quale sono incerte le origini, tanto che viene comunemente considerata come autoctona. Il vino che viene prodotto in questa zona ha un gusto vivace, ma che non si presta all’invecchiamento. Tra i vini più diffusi di queste montagne ci sono anche il Barbera, il Dolcetto e il Becouet. Quest’ultimo è caratterizzato dal colore intenso e caratteristico. Ai vini rossi della zona é stata riconosciuta, nel 1997, la denominazione di origine controllata, con il nome di Valsusa doc. I vini Valsusa sono molto particolari per le caratteristiche: dal colore, esclusivamente rosso, definito più o meno intenso, con riflessi aranciati, e per l’odore particolarmente intenso. Il sapore è asciutto e acidulo, moderatamente tannico.

I blasonati vini della zona hanno da pochi giorni un fratello, il “Vino del ghiaccio”. Nato da una sperimentazione della Comunità montana Alta Valle di Susa, il vino nasce dalla pigiatura di grappoli gelati, che si devono rigorosamente raccogliere prima che il sole li scaldi.

Ma il Piemonte è famoso anche per l’aperitivo, “inventato” a Torino più di 200 anni fa. Si deve infatti ad Antonio Benedetto Carpano, nel 1786, la creazione del Vermouth, un vino bianco di sostenuta gradazione alcolica e aromatizzato con 30 diverse erbe e spezie.

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