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Farmaci bio contro i tumori

Bloccano i meccanismi di crescita

08 Giu 2004 - 17:45

Per i tumori più difficili da combattere come quelli del polmone e del rene sono in arrivo i farmaci biologici. I risultati sulle prime sperimentazioni sono molto incoraggianti. Queste sostanze sarebbero in grado di bloccare uno o più meccanismi alla base della crescita del cancro. "E' davvero un salto in avanti rispetto a quanto visto e ottenuto finora", afferma Walter Stadler, oncologo dell'Università di Chicago.

Concorda con il ricercatore americano anche Maurizio Tonato, direttore di Oncologia medica all'ospedale di Perugia che da sempre segue casi di cancro polmonare. "La ricerca si muove a piccoli passi - sottolinea Tonato - ma la direzione è chiara: attraverso lo studio del profilo genetico, si possono individuare i pazienti che trarranno benefici da un determinato trattamento. Questo permette di evitare terapie tossiche, inutili e costose, e di scegliere per ogni paziente le cure migliori".

In questo senso si procede anche per il tumore del polmone, uno dei 4 'big killer' che ogni anno colpisce 30 mila italiani. A 5 anni dalla diagnosi sopravvive il 15% dei malati, ma le chanche aumentano in proporzione alla velocità con cui viene diagnosticato il tumore.

I farmaci biologici, capaci di attaccare i meccanismi molecolari alla base della crescita tumorale, hanno ottenuto risultati promettenti anche contro il cancro del rene, raro ma dalla mortalità elevata: solo il 10-20% dei pazienti è vivo a due anni dalla diagnosi e la chemio può poco contro questa neoplasia. Gli oncologi guardano con speranza a due sigle, SU11248 e BAY 43-9006, due molecole che impediscono la vascolarizzazione del tumore privandolo del nutrimento.

Anche i geni influenzano l'efficacia della terapia. Secondo due studi americani, le mutazioni del gene che controlla il recettore del fattore di crescita (EGFR) vanificano gli effetti di gefinitib, anticorpo monoclonale cui erano legate molte speranze contro il tumore del polmone. Allo stesso modo, uno studio italiano rivela che alterazioni delle molecole deputate alla trasmissione dei 'messaggi' fra le cellule influiscono sulla risposta del paziente alla terapia.

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