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Quando il pollice verde è... cosmico Sbocciato il primo fiore nello spazio

Lʼesperimento dellʼIss è avvenuto in ambiente di microgravità. Lʼobiettivo era quello di verificare la possibilità di produrre autonomamente cibo in orbita

Space flower fiore spazio Iss
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"Sì, ci sono altre forme di vita nello spazio!". L'astronauta americano della Nasa Scott Kelly ha scelto queste parole, assieme all'hashtag #SpaceFlower, per accompagnare la foto del primo fiore sbocciato sulla Stazione spaziale internazionale (Iss). Si tratta di una zinnia, piantata nella "serra cosmica" a novembre. L'obiettivo del progetto è quello di verificare il comportamento delle piante da fiore in condizioni di microgravità e la possibilità di produrre cibo nello spazio in maniera autonoma.

Quando il pollice verde è... cosmico Sbocciato il primo fiore nello spazio

Quello effettuato dall'Iss è il primo esperimento sui sistemi biorigenerativi che interessa una pianta da fiore. Un'apposita struttura fornisce acqua, sostanze nutrienti e illuminazione alle astro-zinnie che hanno preso vita grazie alle cure di Kelly e di un altro astronauta, Tim Peake dell'Esa. In particolare i due sono riusciti a evitare la formazione sulle piantine di muffe "aliene", responsabili del fallimento di test precedenti.

Verso gli ortaggi - L'importanza del test sul fiore risiede anche nel fatto di essere propedeutico alla coltivazione di piante da frutto e ortaggi come i pomodori, i cui semi dovrebbero far ingresso a bordo della "serra cosmica" nel 2017. La facility Veggie è già diventata famosa per aver offerto verdura fresca "spaziale", lattuga rossa romana per la precisione, raccolta e mangiata il 10 agosto dagli astronauti.

Una prova da marziani - Roba da fantascienza, tanto da richiamare alla mente il personaggio di Mark Watney interpretato da Matt Damon nel film The Martian, che si salva la pelle coltivando patate e accarezza la prima piantina che vede la luce nella sua serra artigianale. Eppure è tutto vero. A citare la parabola del botanico protagonista del film è stato lo stesso Scott Kelly.