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Il clima pazzo dimezza la produzione di miele: settore sempre più in crisi, siamo costretti a importarlo

Acacia e agrumi sono diminuiti del 41% a causa del meteo anomalo dei primi mesi del 2019: e i ricavi per gli apicoltori hanno subito un taglio di 73 milioni di euro

La produzione di miele ha risentito del clima pazzo dei primi mesi del 2019. In particolare, acacia e agrumi sono diminuite del 41% rispetto alle attese, portando a un taglio dei ricavi di 73 milioni di euro per gli apicoltori di tutta Italia. Lo rivela Ismea sottolinenado come, allo stesso tempo, le importazioni siano volate totalizzando, secondo la Coldiretti, 82 milioni di chili tra gennaio ed aprile.

Un settore già in difficoltà - L'andamento climatico anomalo ha messo definitivamente in ginocchio un settore già alle prese con problemi sanitari e minacciato dalla forte concorrenza del prodotto di provenienza estera. Le perdite produttive per il miele d'acacia, stimate intorno ai 55 milioni di euro, hanno penalizzato soprattutto le regioni del Nord (Piemonte, Emilia Romagna, Toscana, Lombardia, Veneto e Friuli Venezia Giulia). 

La stima dei danni - Per il miele di agrumi, la stima del danno, secondo l'Ismea, si aggira intorno ai 18 milioni, con una situazione critica in tutto il Mezzogiorno e perdite produttive tra il 40% e l'80%. La situazione è particolarmente compromessa in Sicilia, con perdite di 7 milioni di euro, in Campania per oltre 4 milioni e in Calabria per 3 milioni. A questi danni, fa notare l'Osservatorio nazionale miele, va aggiunto il costo della nutrizione artificiale per le api a cui sono dovuti ricorrere gli apicoltori per evitare la morte per fame nelle arnie.

Il trionfo del miele dall'estero - Quanto alla produzione nazionale si dovrebbe attestare sulle 23,3 mila tonnellate, ma è ancora tutto da verificare. la certezza è che oggi 1 vaso su 2 sugli scaffali è straniero. Di questi, circa la metà è ungherese e quasi il 10% cinese, precisa Coldiretti. Per evitare di acquistare prodotti esteri spesso di bassa qualità, senza saperlo, la Coldiretti consiglia di verificare sempre l'origine in etichetta resa obbligatoria da qualche anno, oppure di rivolgersi ai produttori nelle aziende agricole.

Come controllare le etichette - La parola "Italia" deve essere  presente sulle confezioni di miele raccolto sul territorio nazionale, mentre nel caso in cui provenga da più Paesi dell'Unione Europea, l'indicazione è "miscela di mieli originari della CE", o altrimenti "miscela di mieli non originari della CE" e "miscela di mieli originari e non originari della CE".

Le varietà del miele italiano - In Italia ci sono oltre 50 varietà a seconda del tipo di "pascolo" delle api: dal miele di acacia al millefiori, i più diffusi, da quello di arancia a quello di castagno più scuri e amarognoli, dal miele di tiglio a quello di melata, fino ai mieli da piante aromatiche come la lavanda, il timo e il rosmarino. 

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