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Nel 2030 le biomasse copriranno un quinto del fabbisogno energetico

Ruolo cruciale di scarti agricoli e forestali nella riduzione di emissioni

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-afp

Tra sedici anni, nel 2030, il 20% del fabbisogno energetico del pianeta arriverà dalla biomassa. Scarti agricoli e prodotti forestali potrebbero rappresentare il 60% del consumo di energie rinnovabili. Il dato emerge da un rapporto dell'Agenzia internazionale dell'energia rinnovabile (Irena), un'organizzazione intergovernativa che supporta i suoi membri - 133 Stati più l'Unione europea - nella transizione alle energie "pulite".

Riduzione di emissioni tossiche - L'organizzazione prevede che le tecnologie per produrre una biomassa moderna e sostenibile possano giocare un ruolo chiave nel contenimento delle emissioni di CO2.

In base al report, il 40% della biomassa potrebbe essere costituito da rifiuti e scarti agricoli, risorse che non intaccano la produzione alimentare, mentre il 30% verrebbe da prodotti forestali sostenibili, evitando quindi la deforestazione.

Non in competizione con le necessità alimentari - Tali risorse, che non comportano un fabbisogno di terreni e acqua e quindi non entrano in competizione con l'agricoltura, potrebbero dare un contributo sostanziale a contenere la CO2 entro le 450 parti per milione, soglia di riferimento per mantenere l'aumento della temperatura globale entro i 2 gradi centigradi.

Risorsa da non bruciare - La tipologia di consumo, secondo gli esperti, in futuro è destinata a cambiare: se oggi i due terzi della biomassa vengono usati per riscaldarsi e cucinare (la classica legna da ardere), in futuro un terzo della biomassa potrebbe essere usato per produrre energia e calore, un terzo nei trasporti e la restante parte nell'industria e nell'edilizia.