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La Camera approva il ddl Parchi: cosa prevede la riforma delle aree protette

Lʼiter del testo si è rivelato tortuoso per la contrapposizione sia di alcune forze politiche sia delle associazioni ambientaliste. Realacci: "Con la riforma il sistema dei parchi esce rafforzato"

La Camera approva il ddl Parchi: cosa prevede la riforma delle aree protette
Parco del Gran Paradiso, primavera

Mercoledì la riforma della legge sui parchi naturali ha ottenuto il via libera dell'Aula della Camera. Il provvedimento, che ora dovrà tornare al Senato, mira a "rinnovare" una legislazione di tutela della natura ferma al 1991. Il suo iter si è rivelato tortuoso per la contrapposizione sia di alcune forze politiche sia delle associazioni ambientaliste. "Con la riforma il sistema dei parchi esce rafforzato", ha affermato il presidente della Commissione Ambiente alla Camera, Ermete Realacci.

Le nuove norme riguardano 23 parchi nazionali che coprono 1,5 milioni di ettari, estendendosi in 18 Regioni e includendo 530 Comuni.

Le novità della legge - Tra i punti principali del provvedimento, la riforma della governance delle aree protette (presidente e direttore dovranno avere competenze specifiche), la revisione delle sanzioni attualmente previste dalla legge e il divieto di nuove trivelle. Quest'ultimo riguarda prospezione, ricerca, estrazione e sfruttamento sia all'interno del parco che nelle aree vicine al parco. Previsto anche l'inserimento della Valutazione ambientale strategica nel Piano del parco, il pagamento di royalty in base alle attività con impatto sull'ambiente e l'istituzione di un sistema di aree marine protette.

Galletti: "Un parco ricco è più forte" - "La riforma dei parchi, che spero venga presto definitivamente approvata dal Senato è un passaggio importante per migliorare la tutela dei gioielli del nostro patrimonio ambientale", ha commentato il ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti. "Credo che un parco ricco sia un parco più forte - ha aggiunto - un parco che può proteggere meglio le proprie eccellenze"

Le critiche degli ambientalisti - L'approvazione delle nuove norme ha però lasciato l'amaro in bocca a diverse associazioni ambientalista. Per Rossella Muroni, presidente di Legambiente, "la riforma, nonostante la parti positive e le innovazioni introdotte, non soddisfa completamente perché non fornisce ai parchi gli strumenti per affrontare le sfide che il cambiamento climatico impone a chi deve tutelare e frenare la perdita di biodiversità e non dà una spinta alla crescita dell'agricoltura biologica nelle aree protette". Gli agricoltori, da parte loro, si dicono però soddisfatti, affermando che il provvedimento "riconosce finalmente il ruolo dell'agricoltura di qualità nell'economia dei Parchi".

"Le modifiche apportate sono ancora insufficienti per rilanciare i parchi e proiettarli nello scenario almeno dei prossimi venti anni", ha però obiettato la Muroni, avanzando delle richieste precise al governo. Tra queste l'abolizione dell'albo dei direttori dei parchi, definito "anacronistico", in favore di un bando pubblico sulla linea di quello utilizzato in altri comparti del pubblico impiego.

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